NorthStar ha raccolto altri 35 milioni di dollari e ha dunque in mano i 100 milioni di dollari, reperiti nel corso di altri due round, che le permetteranno di lanciare entro l’anno i primi tre satelliti del primo sistema di controllo dei detriti e del traffico satellitare che a regime sarà composto da 24 unità.
Indice degli argomenti
Cartesian nel board
L’operazione finanziaria vede come capofila la Cartesian Capital – che avrà due posti nel consiglio di amministrazione di NorthStar per Beth Michelson e Paul Pizzani – con la consociata Pangea Three Acquisition Holdings III, il favore del fondo Telesystem Space, il Luxembourg Future Fund, il Governo del Quebec attraverso Investissement Quebec, e il Luxembourg Space Sector Development Fund SCSp che è supportato dal Governo del Lussemburgo e Ses.
C’è anche lo zampino di Ses
Quest’ultima è uno dei partner di NorthStar avendo annunciato un accordo lo scorso marzo per sorvegliare i propri satelliti in orbita media e geostazionaria. Anche l’Italia è agganciata a questo importante business tramite Thales Alenia Space, che nel 2018 è entrata nel capitale dell’azienda canadese, e Telespazio che lo scorso settembre ha firmato con essa un accordo per commercializzarne in esclusiva i servizi in Europa.
Basta un centimetro
I satelliti della costellazione di NorthStar sono stati costruiti dalla Spire Global e sono cubesat classe 16 che saranno capaci di rilevare e tracciare soggetti in orbita bassa grandi un solo centimetro, 7 cm in orbita media e tra 40 e 50 cm in orbita geostazionaria. A lanciarli intorno alla metà dell’anno sarà Virgin Orbit, ma non si sa ancora se dalla sua base in California o dalla nuova appena inaugurata in Cornovaglia.
Altri tre e poi gruppi da sei
L’accordo con Spire Global ha un’opzione per altri 30 satelliti, ma non si sa quando saranno messi in produzione e con quale ritmo proseguirà il programma di messa in orbita. Stewart Bain, ceo di NorthStar, afferma che il prossimo traguardo è trovare i fondi per altri tre satelliti e che, con ogni probabilità, si proseguirà con gruppi di sei unità fino al completamento della costellazione che opererà in orbita bassa.
Tre basteranno a partire
Tre satelliti tuttavia saranno già sufficienti a consentire l’operatività del sistema e NorthStar afferma di avere già un nutrito portafoglio di clienti commerciali e governativi. Di sicuro la tecnologia dell’azienda di Montreal è tra le più accreditata tanto da essere scelta dall’Office of Space Commerce e dal Department of Defense del governo Usa a partecipare ad un programma pilota per la costituzione di una piattaforma Ssa (Space Situational Awareness) insieme ad altre cinque aziende.