L’Agenzia spaziale europea (Esa) e tre colossi europei produttori di satelliti hanno annunciato un progetto per sviluppare “obiettivi ambiziosi e significativi” per affrontare il problema dei detriti orbitali.
In un evento durante l’Air Show di Le Bourget (Parigi), il direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher, e i dirigenti di Airbus Defence and Space, Ohb e Thales Alenia Space hanno spiegato che svilupperanno congiuntamente una “Zero Debris Charter” con l’obiettivo di prevenire la creazione di nuovi detriti, in particolare nell’orbita terrestre bassa.
“Il principio è molto semplice”, ha detto Aschbacher: “La Zero Debris Charter è un principio in base al quale vorremmo garantire che nello Spazio non rimangano detriti”.
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L’obiettivo 2030
I dettagli a sostegno di tale progetto saranno elaborati dall’Esa e dalle società coinvolte entro la fine dell’anno. Aschbacher ha affermato che l’obiettivo è che, entro il 2030, coloro che accettano di rispettare questa carta deorbiteranno i loro satelliti alla fine della loro vita, o stipuleranno contratti con società che forniscono servizi di rimozione dei detriti spaziali.
Tre giganti del settore
I vertici di Airbus Defence and Space, Ohb e Thales Alenia Space hanno dichiarato di essere preoccupati che la crescita incontrollata di detriti orbitali, chiamata sindrome di Kessler, si stesse già verificando in alcune orbite congestionate. “Questo non è accettabile e mi tiene sveglio la notte”, ha detto Jean-Marc Nasr, responsabile dei sistemi spaziali di Airbus Defence and Space.
La “Zero Debris Charter”, quando sarà sviluppata, non sarà vincolante, ma i sostenitori hanno affermato di sperare che possa essere incorporata in qualche modo nei regolamenti futuri.
La mossa del Wef
Questa carta presenta parallelismi con un altro strumento non vincolante, una nuova serie di raccomandazioni per la mitigazione dei detriti pubblicate dal World Economic Forum (Wef) il 13 giugno. Tali linee guida stabiliscono nuovi parametri di riferimento e le tempistiche dello smaltimento post-missione dei satelliti. Raccomandazioni chee sono state approvato da 27 aziende che includono Airbus, Ohb e Thales.
In campo anche il Consiglio Ue
Intanto, il Consiglio dell’Ue chiede un approccio comune a tutti gli Stati membri sia sui detriti in orbita sia sul traffico spaziale. Bruxelles preme per fisssare linee guida condivise per salvaguardare lo Spazio, la sua sicurezza e la sostenibilità ne cosmo. Per mettere nero su bianco questo quadro di regole e soluzioni sono pronti a scendere in campo sia la Commissione europea che il Parlamento di Strasburgo, così come l’Euspa (l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale).