Un crescente sciame di detriti nello spazio ha portato il governo degli Stati Uniti a stabilire nuove norme di sostenibilità in orbita, mentre anche le società private stanno investendo per trovare una soluzione al grave problema.
Con migliaia di satelliti commerciali lanciati a un ritmo incalzante, aumenta il rischio di collisioni. In gioco ci sono miliardi di dollari, con pericoli in agguato per dispositivi orbitali cruciali per navigazione, internet veloce e telecomunicazioni nel mondo.
Di fronte a questo scenario, lo Space Command degli Stati Uniti ha pubblicato un elenco formale di ciò che considera comportamenti spaziali responsabili, nel tentativo di indirizzare le norme militari in orbita.
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Tracciare la via
Sulle strategie di queste linee guida, ha spiegato il generale dell’esercito americano, James Dickinson, comandante dello Space Command: “L’intento di questi principi e comportamenti è di fornire una direzione autorevole ai componenti del Dipartimento della Difesa su ciò che costituisce la base per il comportamento militare e guidare l’adesione alla progettazione interna, all’approvvigionamento e alle operazioni del Dipartimento della Difesa per le attività spaziali”. E ha insistito su questo punto: “Continueremo a rivedere le nostre procedure per implementare correttamente queste pratiche operative e valutare ulteriori opportunità, integrando gli sforzi in corso per stabilire norme e migliori pratiche nello Spazio”.
Smaltire in sicurezza
“Speriamo che anche i nostri avversari facciano lo stesso”, ha detto all’agenzia Reuters il generale di brigata Richard Zellmann, vicedirettore dell’unità operativa del comando.
Il rapporto, infatti, include una sezione sui detriti spaziali che esorta i player del settore a smaltire in sicurezza i loro satelliti giunti a fine vita e a informare gli altri operatori se eventuali problemi con il proprio veicolo spaziale possano rappresentare un pericolo.
“Occorre trovare un modo che consenta all’economia di crescere nel campo spaziale, ma per farlo è necesario assicurarne la sostenibilità”, ha aggiunto Zellmann: “Va risolto il problema dei detriti o almeno mitigarlo”.
Astroscale e il dispositivo Elsa
Mentre i governi cercano di affrontare il nodo delle regole internazionali, una risposta arriva dal settore privato.
Astroscale, con sede a Tokyo e con filiali negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, sta testando un dispositivo di rimozione dei detriti chiamato Elsa, progettato per agganciarsi ai satelliti “defunti” e trascinarli verso l’atmosfera terrestre.
Jack Deasy, vicepresidente dello sviluppo nella filiale statunitense di Astroscale, ha affermato che sono urgenti politiche specifiche per il settore simili alle norme proposte dal Space Command statunitense. E che occorre farlo in fretta, prima che si verifichi una collisione catastrofica.
La corsa di SpaceX
SpaceX di Elon Musk ha lanciato migliaia di satelliti Internet Starlink in orbita terrestre bassa negli ultimi anni. Altre società prevedono di fare lo stesso, tra cui Amazon di Jeff Bezos. “L’orbita terrestre bassa è sempre più affollata. E le compagnie che stanno investendo miliardi di dollari per gestire quelle costellazioni hanno molti incentivi a mantenerle pulite”, ha spiegato Deasy.
L’allarme di Maezawa
Il miliardario giapponese Yusaku Maezawa, un potenziale passeggero del sistema missilistico Starship di prossima generazione di SpaceX, ha twittato di recente: ”La spazzatura sparsa nello Spazio può diventare un grosso problema in futuro”, annunciando un investimento di 23 milioni di dollari in Astroscale.
Investire in manutenzione
Per garantire una maggiore sicurezza nello Spazio e frenare il problema dei “rifiuti” spaziali, è puntare sulla manutenzione dei satelliti in orbita per prolungarne funzioni e durata, come stanno facendo aziende come Astroscale, Northrop Grumman, Maxar e Airbus. L’idea: dispiegare satelliti di servizio per avvicinarsi e agganciarsi a veicoli spaziali rotti o esauriti per prolungarne la durata.