Lo spazio potrebbe essere l’arbitro supremo per la valutazione oggettiva delle politiche Esg (Environment Social Governance) delle aziende in vista della prossima entrata in vigore delle legislazioni in materia, per offrire un quadro autentico e affidabile dei valori non finanziari di aziende, enti o servizi e infine spingere verso gli obiettivi del Green Deal.
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Il rapporto dell’Euspa
Anche questa è una delle possibilità indicate da “EU Space for Green Transformation – A new tool for companies to monitor their sustainability targets” (SCARICA QUI IL REPORT) pubblicato dall’Euspa (European Union Space Program Agency) e che punta a promuovere tutto il potenziale delle infrastrutture spaziali europee a favore della transizione ecologica, digitale e tecnologica in vista della neutralità di CO2 da raggiungere entro il 2050.
Rapporti di sostenibilità… spaziali
Molte aziende ed enti pubblicano già da anni i propri rapporti di sostenibilità e già dal 2023 – ma ancora di più dal 2024 – sono in vigore norme sempre più stringenti che riguardano aspetti non finanziari definendo valori non tangibili legati alla sostenibilità e stabilendo standard oggettivi che è necessario rispettare. Molti tuttavia auto-certificano dati, parametri e obiettivi raggiunti con la possibilità che siano forzati o di parte, senza contare il noto fenomeno del “greenwashing” verso il quale l’Ue ha già dichiarato guerra.
Lo spazio e le Kpi di sostenibilità
Lo spazio potrebbe essere il miglior modo per alzare lo sguardo al di sopra della giungla e, grazie ai dati di Copernicus ovvero del sistema satellitare di Osservazione della Terra, fornire riscontri oggettivi sui cosiddetti Kpi (Key Performance Indicator) che quantificano il grado effettivo della Esg messa in campo. Tra questi ci sono le emissioni inquinanti (NOx, SOx, COx e Pm) o climalteranti (CO2, ozono e metano), l’utilizzo delle risorse, il consumo di energia e la quota delle rinnovabili, i rifiuti e il loro recupero o riciclo.
Gli standard e i satelliti
Il tutto è disciplinato dagli standard Iso 14000 che riguardano proprio la gestione dell’impatto ambientale e basati sui dati raccolti in-situ. I satelliti Copernicus possono fare molto di più e molto meglio e vi sono già società come Satelligence e GlobEye che, elaborando i dati provenienti dai satelliti attraverso algoritmi di Intelligenza Artificiale, possono fornire analisi approfondite sulla presenza di elementi critici per l’ambiente in determinate aree.
Il Sentinel-5P è solo l’inizio
I dati in questione provengono principalmente dal satellite Sentinel-5P, lanciato nel 2017 e che ha a bordo il sensore Tropomi (TROPOspheric Monitoring Instrument) che permette di rilevare inquinanti e climalteranti. I Sentinel-4 e Sentinel-5 potenzieranno tali capacità e ancora di più quando saranno in orbita le cosiddette Expansion Sentinel che andranno a formare la costellazione CO2M (Copernicus Carbon Dioxide Monitoring mission), destinata a misurare in modo specifico le emissioni di anidride carbonica di origine antropogenica.
Le Esg, la finanza e l’industria
Tali informazioni, che rivestono già un’importanza fondamentale per l’Esg e la reputazione delle aziende, hanno anche un valore legale. Dal 2 agosto scorso è infatti in vigore la MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) che obbliga gli intermediari finanziari a raccogliere dai propri clienti anche le proprie desiderata ambientali in tema di investimento oltre a quelli puramente finanziarie e di rischio. Tali informazioni sono richieste anche in caso di approfondimenti preventivi (due diligence) per acquisizioni.
Dal satellite al portafoglio
Inoltre il fattore ambientale e della sostenibilità costituisce sempre di più un parametro di valorizzazione e di rischio per l’industria e la finanza, lungo tutta la catena del valore. Il rapporto dell’Euspa porta ad esempio il programma di Deutsche Bank e Henkel grazie al quale i fornitori del grande gruppo chimico tedesco hanno un canale preferenziale per finanziarsi e godono di tempi di pagamento migliori in base alle loro politiche Esg. L’oggettività dei dati, fornita anche attraverso i satelliti, può giocare dunque un ruolo fondamentale nel flusso di cassa e nell’accesso ai finanziamenti.
Total guarda il metano dall’alto
Chi invece adotta già le risorse spaziali per le proprie politiche Esg è TotalEnergies. Il gigante petrolifero ed energetico francese si è appoggiato infatti alla GHGSat. La società di servizi satellitari canadese utilizza i dati raccolti dal Sentinel-5P per misurare le emissioni di Metano antropogenico, un terzo delle quali è imputabile proprio alle società produttrici di energia come la TotalEnergies. Tali dati saranno ben presto utili allorquando andranno in vigore le regolamentazioni specifiche alle quali la Commissione Europea sta già lavorando.
Le prossime direttive europee
E questo potrebbe essere il primo passo verso direttive che, in vista del Green Deal, riguardano ogni tipo di emissione il cui controllo troverebbe nei satelliti uno strumento di verifica fondamentale. Tale risorsa è potenzialmente preziosa anche per tutte le società di consulenza e certificazione oltre che per le aziende stesse al fine di promuovere le Esg al proprio interno, integrandole nei processi aziendali anche attraverso i sistemi IT, e lungo le loro rispettive catene del valore per il cui accesso sono sempre più richieste certificazioni Esg.