RICERCA E INNOVAZIONE

Lo spettrometro italiano Mist-A nella missione “asteroidi” degli Emirati

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Ampliare la comprensione sulle origini e sull’evoluzione degli asteroidi primordiali ricchi di acqua e gettare le basi per una possibile futura estrazione di risorse. Via al progetto dell’Ema con il dispositivo finanziato dall’Agenzia spaziale italiana in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica

Pubblicato il 30 Mag 2023

Nicola Desiderio

Emirati Arabi Uniti

La missione Ema (Emirates Mission to the Asteroid Belt) che gli Emirati Arabi Uniti invieranno nello spazio nel 2028 avrà a bordo lo spettrometro Mist-A (Mwir Imaging Spectrometer for Target-Asteroids), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), rispettive capofila di un team industriale e scientifico tutto italiano. Ema è finanziata e guidata dall’Agenzia Spaziale degli Emirati Arabi Uniti (Uaesa) con il Laboratory for Atmospheric and Space Physics (Lasp) dell’Università del Colorado, Boulder.

Sette asteroidi come obiettivo

La missione è stata annunciata e avviata nel 2022 dal governo federale di Abu Dhabi e punta a portare una sonda nella cintura degli asteroidi. Il viaggio durerà sei anni e osserverà da vicino altrettanti asteroidi con sorvoli molto ravvicinati fino ad arrivare ad un settimo denominato (269)Justitia del diametro di circa 53 km. Ema si soffermerà intorno ad esso per circa 7 mesi analizzando e studiando la sua superficie per la selezione dei possibili siti di atterraggio di un modulo.

L’esperienza dello Jiram su Juno

Mist-A avrà il compito di caratterizzare la composizione della superficie e le proprietà fisiche degli asteroidi primordiali oggetto della missione, eseguendo la mappatura spettrale nel medio infrarosso tra 2 e 5 micron delle loro superfici illuminate e raggiungendo una risoluzione spaziale al suolo inferiore ai 20 m/px su (269)Justitia. Alcune delle sue componenti tecnologiche e di progettazione derivano dallo strumento Jiram impiegate sulla missione Juno della Nasa su Giove.

La prima collaborazione esplorativa

“Questa missione rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese, essendo la prima collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti nel campo dell’esplorazione del Sistema Solare. Ancora una volta, l’esperienza e le capacità dell’industria italiana sono in prima fila nell’esplorazione spaziale attraverso la partecipazione ad importanti missioni internazionali” ha dichiarato Giuseppe Sindoni, responsabile Asi per le attività industriali legate allo sviluppo di Mist-A.

Alla scoperta di minerali spaziali

“La comunità scientifica italiana coinvolta nella missione sfrutterà la propria esperienza maturata nel corso degli anni da progetti passati, per massimizzare il ritorno scientifico sia in termini di avanzamento nella conoscenza di corpi primordiali del nostro Sistema Solare, attraverso la caratterizzazione fisica e chimica delle superfici osservate, che nell’ottica di un futuro sfruttamento di risorse minerarie” ha aggiunto Alessandra Tiberia, responsabile Asi per le attività scientifiche di Mist-A.

Tutti i segreti di (269)Justitia

Gianrico Filacchione, ricercatore Inaf a Roma che lavora al Mist-A, afferma che “(269)Justitia è particolarmente intrigante poiché mostra delle proprietà spettrali inconsuete rispetto agli altri oggetti della Main Belt: la sua bassa riflettanza in luce visibile ed il colore fortemente arrossato lo rendono infatti più simile agli Oggetti Trans-Nettuniani (Tno) che orbitano oltre l’orbita di Nettuno piuttosto che agli altri asteroidi”.

Si comporta come una cometa

“Inoltre, orbitando tra 300 e 450 milioni di chilometri dal Sole – continua il ricercatore – evolve ciclicamente attraverso la “frost-line”, la distanza al di sotto della quale il ghiaccio d’acqua sublima a causa dell’innalzamento della radiazione solare instaurando un’attività simile a quanto avviene nelle comete. Queste evidenze portano a supporre che (269)Justitia possa essere un oggetto formatosi nelle regioni più esterne del sistema solare e successivamente trasferito nella fascia degli asteroidi. Con queste premesse, possiamo aspettarci molte sorprese”.

La fotografia chimica di Mist-A

Sulle possibilità scientifiche di Mist-A, anche Mauro Ciarniello, ha da dire la sua. “Diversi asteroidi primitivi fin qui esplorati dalle missioni spaziali (Dawn, Hayabusa, OsirisRex) hanno mostrato le segnature spettrali di carbonati, fillosilicati, sali ammoniati e materiale organico. Tutti questi minerali sono identificabili dallo spettrometro Mist-A. Infine, le misure nell’intervallo spettrale a lunghezze d’onda comprese tra circa 3.5 e 5 micron – conclude il ricercatore dell’Inaf – saranno di interesse per poter ricavare la temperatura superficiale degli asteroidi a diverse ore locali e quindi di inferire le proprietà termofisiche delle superfici”.

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