Occorre creare un percorso di sostenibilità economica per creare insieme alle aziende private la space economy che riguarderà l’esplorazione lunare. Questo è uno dei filoni di azione dell’Agenzia Spaziale Europea alla vigilia del ritorno dell’uomo sull’Astro d’Argento mentre la prima missione Artemis, senza equipaggio, sta compiendo ancora il suo percorso orbitale di prova per preparare il vero e proprio sbarco.
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Panel di esperti a Brema
Come riportato da Spacenews.com, se n’è parlato allo Space Tech Expo Europe di Brema lo scorso 16 novembre nel corso di un panel dal titolo “Understanding the Evolution towards Commercial Partnerships in the Development of Europe’s Lunar Economy” al quale hanno partecipato figure di spicco dell’Esa tra coloro che stanno lavorando ad Artemis insieme ad altre che si stanno occupando del lavoro di raccordo tra le varie agenzie coinvolte.
Stimolare i servizi
Tra questi, Bernhard Hufenbach, Commercialization and Innovation team leader presso l’Esa il quale sta lavorando con il suo team intorno ad una visione semplice se non scontata: estendere l’economia nello spazio per aumentare i benefici che l’esplorazione spaziale offre. “Stiamo cercando sia di stimolare la domanda di servizi da parte dei clienti sia di supportare quest’ultimi per offrire business case e provare ad attrarre ed aiutare l’industria ad attrarre a sua volta il supporto finanziario di terze parti”.
Il Lunar Pathfinder con Sstl
Per questo, invece di attrezzature spaziali, stiamo fornendo servizi” ha concluso il dirigente dell’Esa ricordando che l’Agenzia acquisterà servizi di comunicazione e payload di volo per il Lunar Pathfinder, un piccolo satellite per le comunicazioni al quale l’Esa stessa e la Surrey Satellite Technology Ltd. Sstl stanno lavorando in vista del lancio previsto nel 2024. In rappresentanza della Sstl è intervenuto il chief technology officer, Andrew Haslehurst.
I servizi di supporto lunari
L’Esa sta anche lavorando al Commercial Lunar Mission Support Services (Clmss) destinato a offrire un’infrastruttura vitale alla futura esplorazione lunare e a posizione strategicamente le capacità tecnologiche e spaziali dell’Europa. Questa ed altre attività hanno però bisogno di allargare la loro base critica da parte delle aziende in modo da rendere il Clmss ancora più consistente, adattabile e suscettibile di molteplici applicazioni.
Grandi e piccole consegne
L’Esa sta anche lavorando al suo Argonaut o European Large Logistics Lander, ma sta considerando il coinvolgimento di partner commerciali per quelle che potrebbero essere definite le piccole consegne. È d’accordo su quest’approccio Laura Todd, head of future Programs Space Exploration dell’Airbus Defence and Space, confermando che anche la sua compagnia sta guardando a partner minori per soluzioni sostenibili, modulari e scalabili.
Il mercato c’è, ma quando?
La difficoltà è nel reperimento delle risorse da parte di enti istituzionali e nella costruzione di business case convincenti. “Nell’esplorazione spaziale, come sappiamo – ha sintetizzato la Todd – c’è un mercato, ma semplicemente non sappiamo quando, specialmente se guardiamo all’economia lunare e siamo alla ricerca di risorse”. Difficile dunque coinvolgere aziende per progetti che vadano oltre la fornitura ad enti o agenzie governativi.
A caccia di soluzioni e idee
Eppure è proprio questo che manca per costruire un’economia lunare e, secondo Bernard Foing, executive director dell’International Lunar Exploration Working Group (Ilewg) c’è ancora una mancanza di conoscenze e di idee che deve essere colmata attraverso l’attività di incubazione che, come ha ricordato Hufenbach, l’Esa sta mettendo in atto intensamente in tutta l’Europa attraverso gli acceleratori gli incubatori.
La sfera commerciale nel cuore
Tale azione di stimolo e reclutamento delle start-up e dell’industria dovrebbe ricevere un’ulteriore spinta con il nuovo programma che l’Esa sottoporrà all’approvazione in questi giorni a Parigi per la riunione del consiglio formato da ministri competenti degli stati membri. Una caratteristica di tutti i punti del programma, il quale sarà chiesto un aumento dei fondi del 25%, è il loro legame con la sfera commerciale, l’industria e le start-up.
L’impronta dell’ecosistema
“Attraverso la commercializzazione non solo allarghiamo l’impronta economica del nostro programma, ma pensiamo di offrire maggiore competizione e di poter accelerare il processo di esplorazione. E se funziona, l’Esa può creare maggiore valore a parità di investimento” ha concluso Hufenbach.