LA MISSIONE EUSO-SPB2

Extreme Universe Space Observatory, l’Italia protagonista

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In orbita il pallone stratosferico della Nasa sviluppato per studiare neutrini e raggi cosmici ad altissima energia. Il nostro Paese partecipa con l’Agenzia Spaziale e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Pubblicato il 17 Mag 2023

Space

L’Italia è stata protagonista della missione Euso-Spb2 (Extreme universe space observatory – Super pressure balloon) della Nasa, grazie al ruolo svolto dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). 

Il volo in orbita del pallone stratosferico della Nasa è durato un giorno, 12 ore e 53 minuti prima che ammarasse nell’Oceano Pacifico. Il decollato è avvenuto sabato 13 maggio dalla base aeroportuale di Wānaka (Nuova Zelanda) della Columbia Scientific Balloon Facility (Csbf), utilizzando una piattaforma innovativa di Ultra-long duration balloon, in grado di raggiungere altezze superiori a 30 chilometri con voli di durata fino a 100 giorni.

Studiare neutrini e raggi cosmici

Sviluppata nel contesto del programma Jem-Euso, che intende esplorare l’utilizzo di strumenti d’indagine innovativi per l’astronomia multimessaggera, la missione Euso-Spb2 ha avuto come obiettivo quello di testare una nuova tipologia di rivelatore spaziale dedicato all’osservazione di neutrini e raggi cosmici di altissime energie, rari ed elusivi portatori di importanti informazioni relative ai fenomeni più energetici del nostro Universo, al fine di integrare le misure effettuate su altri messaggeri cosmici dalle missioni spaziali oggi in corso.

Partnership internazionale

L’Asi insieme all’Infn ha partecipato a questo esperimento dal 2021, nell’ambito di una collaborazione internazionale che comprende Nasa e istituti di ricerca e università in Usa, Francia, Giappone, Polonia, Russia, Svezia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svizzera. 

I ricercatori italiani sono stati responsabili della realizzazione del sistema di acquisizione dati, del sistema di trigger e del software di controllo del telescopio di fluorescenza di Euso-Spb2. Attraverso un accordo di collaborazione tra Asi e University of Chicago, istituzione responsabile della missione a cui è affiliato il Principal investigator Angela Olinto, Asi e Infn hanno potuto fornire il contributo hardware italiano alla missione e partecipare a tutte le fasi di test, qualifica spaziale, assemblaggio e lancio.

Ultima missione per il 2023

Euso-Spb2 è stata la seconda e ultima missione della campagna Nasa di lancio palloni dalla Nuova Zelanda per questo anno. Il volo è stato effettuato su un Super Pressure Balloon, una piattaforma di pallone stratosferico di ultima generazione utilizzata da Nasa da pochi anni per operare in atmosfera payload scientifici di elevato peso e dimensioni per voli di lunghissima durata.

Il contributo italiano alla missione continuerà nella analisi dei dati che sono stati prodotti dalle osservazioni da parte di Euso-Spb2.

Tecnologia italiana d’eccellenza

“Questa missione rappresenta la continuazione della missione Euso-Spb1, strumento già lanciato dalla base di Wānaka nel 2017, ed è parte del programma Jem-Euso insieme all’apparato di terra Euso-Ta installato nello stato americano dello Utah, dal 2013 e alla missione spaziale Mini-Euso, operativo da agosto 2019 all’interno della Stazione Spaziale Internazionale”, spiega Giuseppe Osteria, ricercatore della sezione Infn di Napoli e responsabile scientifico Euso-Spb2. 

“Grazie al minuzioso e dedicato lavoro di preparazione e test della strumentazione – aggiunge -, i due telescopi di Euso-Spb2 sono stati operati efficientemente e con successo nel limitato tempo messo a disposizione per le osservazioni del cielo notturno in volo, e hanno prodotto dati con un valore tecnologico senza precedenti”.

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