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Dal Cile la conferma: l’Universo è fatto di materia ed energia oscure



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Secondo l’Inaf, i dati del fondo cosmico a microonde raccolti in cinque anni da Act (l’Atacama Cosmology Telescope) hanno provato la validità del modello standard della cosmologia

Pubblicato il 27 mar 2025



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Dal Cile, i dati raccolti da Act, l’Atacama Cosmology Telescope, un telescopio per onde millimetriche con uno specchio primario in alluminio da sei metri di diametro in funzione fino al 2022 a Cerro Toco, a circa 5200 metri d’altitudine, confermano la validità del modello cosmologico Lambda-Cdm, in base al quale l’Universo è fatto in gran parte di materia ed energia oscure. Lo rende noto l’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica.

“Dati che, oltre a ribadire che il modello cosmologico funziona, forniscono numerose misure cruciali per la cosmologia, fra le quali l’età dell’universo – che si conferma di 13,8 miliardi di anni, con un’incertezza di appena lo 0,1 per cento – e la costante di Hubble, che stimata da Act attorno ai 68-69 km/s/Mpc consolida l’esistenza di una tensione sul suo valore”, spiegano dall’Inaf.

Come si muove il cosmo

“Prima potevamo vedere dove si trovavano le cose, ora vediamo anche come si muovono”, afferma Sigurd Naess dell’Università di Oslo, uno degli autori dei numerosi articoli in uscita su questi dati. Spiega: “Un po’ come se arrivassimo a dedurre l’esistenza della Luna osservando le maree, il movimento tracciato dalla polarizzazione della luce ci consente di stimare quanto fosse forte l’attrazione della gravità in diverse regioni dello Spazio”.

Alta risoluzione

L’Inaf sottolinea che, in precedenza già il telescopio spaziale Planck dell’Agenzia spaziale europea (Esa) aveva fornito stime analoghe. Ma i dati di Act hanno una definizione migliore. “Una risoluzione cinque volte superiore a quella a Planck e una maggiore sensibilità. Ciò significa che il debole segnale di polarizzazione è ora direttamente visibile. Ci sono altri telescopi, oggi, in grado di misurare la polarizzazione con un rumore basso, ma nessuno di essi copre una porzione di cielo ampia come Act”, aggiunge Naess.

Gli zetta-Soli

Viste le quantità in gioco, per dare un’idea delle masse stimate da Act l’Inaf ha raccolto il commento dell’astrofisica italiana Erminia Calabrese, professoressa alla University of Cardiff (Regno Unito).

La scienziata fa ricorso, come unità di misura, agli zetta-Soli, vale a dire la massa di mille miliardi di miliardi di Soli: “Abbiamo misurato con maggiore precisione che l’universo osservabile si estende in tutte le direzioni per quasi 50 miliardi di anni luce e contiene una massa pari a 1900 zetta-soli: quasi due milioni di miliardi di miliardi di Soli”.

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