Importante scoperta made in Italy. È la prima prova diretta dell’esistenza sulla Luna dei cosiddetti tubi di lava, veri e propri canali sotterranei simili a grotte che potrebbero essere facilmente usati come basi delle future colonie umane. A confermarne l’esistenza è l’analisi guidata da Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento, su “Nature Astronomy”, con Riccardo Pozzobon dell’Università di Padova che ha validato le rilevazioni del radar della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter in modo da ottenere un’interpretazione geologica convincente.
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Tubi di lava
“Queste grotte sono teorizzate da oltre 50 anni, ma è la prima volta in assoluto che ne dimostriamo l’esistenza”, ha detto Bruzzone. I tubi o tunnel di lava sono un particolare tipo di grotta che si può trovare in alcune zone della Terra, ad esempio alle Hawaii, e che sono una sorta di lunghe gallerie sotterranee prodotte dallo scorrimento della lava. Si sospetta da tempo che formazioni geologiche simili esistano anche sulla Luna, dove in passato ci sono state molte eruzioni vulcaniche, ma identificarle è molto difficile.
Dai satelliti in passato sono stati identificati grandi ‘buchi’ nel terreno, possibili indizi di colte di tubi di lava crollate ma è difficile escludere che a produrre quei buchi siano stati invece altri eventi non connessi ai tubi ma semplici crolli del terreno.
Ambienti ideali per future colonie
A partire dal 2010 la sonda Lro dotata di uno strumento radar aveva raccolto dati della superficie lunare e ora, “anni dopo – ha aggiunto Bruzzone – abbiamo rianalizzato questi dati con complesse tecniche di elaborazione del segnale sviluppate recentemente e scoperto riflessi radar”. “La spiegazione più probabile per le nostre osservazioni è l’esistenza di un tubo di lava vuoto”, ha aggiunto. Una scoperta importante soprattutto in vista dei programmi futuri di esplorazione perché canali di questo tipo risulterebbero degli ambienti ideali per future colonie, luoghi protetti dagli sbalzi termici, dalle radiazioni e dall’impatto di meteoriti.
Cruciali le immagini radar
Il condotto di lava svuotato permetterebbe l’accesso in profondità al sottosuolo lunare tramite un collasso chiamato Mare Tranquillitatis Pit, situato nell’omonimo mare basaltico.
L’osservazione diretta è stata resa possibile sfruttando un’innovativa metodologia di elaborazione delle immagini radar sviluppata dagli autori dello studio. Tale metodologia ha la capacità unica di vedere attraverso l’oscurità ed è stata applicata ai dati radar acquisiti dal sensore radar Mini-Rf attualmente in orbita intorno alla Luna.
Supporto geologico
Riccardo Pozzobon, ricercatore in geologia planetaria al Dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova ed esperto in telerilevamento satellitare di superfici planetarie e analoghi terrestri, ha fornito il supporto delle conoscenze geologiche di tali strutture vulcaniche e, in particolare, ha validato i dati ottenuti dal radar Mini-Rf in modo da ottenere una interpretazione geologica convincente.