L'INTERVENTO

Spazio, Facchini: “Deve essere a servizio di cittadini e autorità nazionali”

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Il numero uno della Earth observation unit della direzione generale Defis della Commissione Ue fa il punto sulla strategia continentale al 2027: sostenere lo sviluppo industriale, aumentare la competitività e proteggere il pianeta i pilastri della vision

Pubblicato il 22 Mag 2024

Mauro Facchini

“Lo Spazio può essere a servizio dei cittadini e delle politiche europee. Cerchiamo di lavorare perché l’Europa abbia un ruolo fondamentale nell’ambito spaziale”. Lo ha affermato Mauro Facchini, head of Earth observation unit Dg Defis della Commissione europea, all’evento “Space Economy: Definire le regole per sfruttare le opportunità”, organizzato da Withub, Gea, Eunews Fondazione Art.49 a Roma. “Quello che succederà nel 2028-2035 si deciderà oggi”, ha precisato Facchini.

Facchini: “Lo Spazio al servizio dei cittadini”

“La Commissione europea è un attore recente in ambito spaziale, è stata un’evoluzione, inizialmente finanziavamo attività di ricerca poi siamo entrati sempre di più nelle attività operative – ha continuano Facchini -. Pensiamo che lo Spazio possa essere al servizio dei cittadini e delle politiche europee, i dati generati possono essere utilizzati dalle autorità nazionali. Possiamo cercare di creare un quadro industriale favorendo la competitività. L’attività della Commissione viene gestita da un programma spaziale che copre il periodo 2021-2027, e i tre obiettivi menzionati sono: sostenere lo sviluppo industriale, aumentare competitiva globale e sostenere la protezione del nostro pianeta. Noi cerchiamo sempre dei più di lavorare in modo che l’Europa abbia un ruolo fondamentale nell’ambito spaziale”. E ancora: “Per ridurre le dipendenze, servono materie prime, lanciatori e mantenimento della capacità tecnologica. Stiamo lavorando a una legge spaziale per regolamentare aspetti di protezione, sicurezza e sostenibilità, inclusi i detriti spaziali, dell’ambito spaziale”.

Urso: “Italia ha una filiera completa di eccezionale qualità”

L’Italia dispone di una filiera completa di eccezionale qualità, con aziende che producono valore come innovazione, tecnologia e produzione”, ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un videomessaggio: ”Lo Spazio è cruciale per sicurezza e difesa, è fonte di progresso tecnologico e scientifico per le imprese e la collettività. L’economia è strettamente connessa alle attività spaziali, con molte sfide”, ha aggiunto.

Spazio: ruolo chiave nella Commissione Ue

“La space economy – ha aggiunto Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza della Commissione Ue in Italia – è una materia di grande rilievo per l’Europa e per l’Italia ed è un tema che nella Commissione continuerà a rivestire un ambito rilevante perché si stanno creando una serie di potenziali ricadute anche per l’economia reale che stanno diventando di grandissima importanza”.

Autonomia strategica e cybersicurezza

“C’è un legame indissolubile tra la nostra capacità di avere autonomia strategica e la nostra sicurezza e cybersicurezza – ha detto Carlo Corazza, direttore Ufficio di collegamento del Parlamento Ue in Italia -. Siamo diventati un attore sullo spazio, sulla difesa invece purtroppo abbiamo poca capacità di integrare l’industria. Oggi lo spazio è un modello di integrazione che dovremmo replicare in altri settori a cominciare dalla difesa. Per ogni euro comune che investiamo nello spazio abbiamo ricadute incredibili sia nell’economia privata sia nei servizi pubblici. Anche lo spazio è buon motivo per andare a votare ed è un segnale che le democrazie europee possono dare ai regimi totalitari”.

Spazio vale lo 0,5% dell’economia globale

“Il valore delle attività spaziali oscilla tra i 300 e i 600 miliardi, la forchetta è abbastanza ampia, non sbagliamo se diciamo che siamo intorno ai 500 miliardi. Quindici anni fa stavamo a 200 miliardi, il valore si è quasi triplicato con un trend molto evidente di una crescita di rilievo nei prossimi anni. Lo Spazio vale lo 0,5% dell’economia globale, un numero piccolo, l’areonautica sta a 5 volte tanto”, ha osservato Augusto Cramarossa, responsabile coordinamento Area strategica e New space economy dell’Agenzia spaziale italiana intervenendo all’evento.

La sfida dei detriti in orbita

“Con l’osservazione satellitare svolge un ruolo essenziale per il clima e l’ambiente. Per quanto riguarda il valore strategico, le previsioni crescita sono del 10% anno nel settore osservazione della Terra, come servizi aggiuntivi”, ha spiegato Simonetta Cheli, direttrice di Esa-Esrin. E tra i problemi da affrontare c’è però quello della spazzatura spaziale: “I satelliti di osservazione e di telecomunicazioni nell’orbita erano 770 nel 2023, è previsto un raddoppio nei prossimi anni”, e per questo motivo “Esa cerca di offrire soluzioni con i nuovi satelliti che stiamo costruendo”.

Pnrr cruciale per il settore

“Next Generation Eu ha destinato molte risorse al settore dello Spazio. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza si è registrato il più grande investimento nell’industria spaziale italiana, ha confermato Massimo Comparini, ceo di Thales Alenia Space Italia, annunciando che “firmeremo con l’Agenzia spaziale europea il primo cargo spaziale in collaborazione con l’Esa”.

Il ruolo dell’industria spaziale italiana

“Avere disponibilità di capacità tecnologica e industriale di accesso allo Spazio all’interno del sistema nazionale è un importantissimo valore aggiunto per l’industria, perché completa le tre grandi filiere del settore industriale, e anche per il sistema Paese perché influisce sul posizionamento geopolitico di un Paese – ha affermato Stefano Stefanile, direttore relazioni istituzionali di Avio -. La salvaguardia della capacità di autonomia di accesso allo Spazio è strategica rispetto alla dimensione nazionale e anche di più rispetto alla dimensione europea. È fondamentale che l’Italia contribuisca a questa capacità di accesso dell’Europa attraverso il proprio sistema industriale”.

“L’Italia nello Spazio è una realtà importante e qualificata. Lo Spazio economicamente è un settore piccolo. La governance internazionale serve perché come per il mare e il cielo siamo di fronte a spazi indivisi”, gli ha fatto eco Giuseppe Aridon, svp strategy and corporale development di Telespazio.

Distretti, modello di collaborazione impresa-ricerca

La “specificità italiana è di avere tanti distretti, siamo 15 su 20 regioni – ha fatto notare Luigi Carrino, presidente Distretto aerospaziale Campania -. I distretti fanno un lavoro eccezionale sui territori perché creano modelli di collaborazione stabile, non occasionale, tra grande e piccola impresa e il sistema della ricerca. Tutti insieme lavoriamo per portare avanti progetti finanziati di sviluppo tecnologico e capire come evolveranno le tecnologie dello spazio e dell’aeronautica”. “Secondo uno studio di Intesa San Paolo – ha aggiunto – più della metà delle aziende italiane che lavorano per lo spazio sono micro imprese, un quarto sono imprese piccole e solamente l’altro quarto è diviso tra medie e grandi imprese. Le nostre imprese sono molto distribuite e sono molto specializzate verticalmente, per cui abbiamo una responsabilità: integrare le competenze delle imprese sia per l’accesso allo spazio sia per l’uso dei dati satellitari al servizio della comunità”.

Eccellenza made in Italy

“Il Cira svolge attività di ricerca con impianti che sono di assoluta eccellenza e unici al mondo. Alcuni progetti sono volti a incrementare anche le attività delle imprese, che da noi vengono a sviluppare materiali e progetti”. Così Antonio Blandini, presidente del Cira, di Esre e di Erea: “Abbiamo sia grandi impianti che i laboratori, per testare ad esempio i satelliti, quindi offriamo un servizio completo. Ma per farlo si deve investire, a livello sia italiano che europeo, nella ricerca applicata, solo così terremo il passo con gli altri player del settore”.

“Il nostro approccio guarda alle Regioni come ecosistema che mette insieme il livello politico, di amministrazione e i service provider – ha detto Roya Ayazi, segretaria generale di Nereus -. Le università giocano un ruolo chiave, per la formazione ma anche per dare impulsi alle Pmi, per meglio sviluppare le comunità spaziali regionali”.

“Sono anni che parliamo di space economy, ma dovremmo prima parlare di digital economy, affrontare la digitalizzazione del Paese”, ha osservato Antonio Colangelo, presidente Cluster Lucano Aerospazio, mentre Dario della Sala, head of the materials technologies and processes for sustainability division di Enea, nel suo intervento ha parlato di propulsione nucleare applicata alle missioni spaziali e, nel descrivere l’attività di test su materiali e componenti, ha citato l’interesse di Enea per i nanosatelliti.

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