L’INTERVENTO

Spazio e Difesa, Donati: “Dominio in evoluzione, potenziare protezione assetti strategici”



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In audizione al Senato il colonnello a capo dell’ufficio generale Spazio dello Stato Maggiore della Difesa: “L’Italia paese di primissimo piano nelle operazione spaziali, abbiamo un background che ci permette di essere protagonisti ma bisogna acquisire sempre più capacità”

Pubblicato il 6 mar 2025



Space Economy, Italia, Europa2

“Il contesto spaziale è oggetto di rischi e minacce crescenti e la Difesa italiana si è allineata alla dottrina della Nato: lo Spazio non è un abilitatore dei domini classici ma è esso stesso un dominio di operazioni, che va protetto e difeso”.

Così il capo ufficio generale Spazio dello Stato Maggiore della Difesa, colonnello Daniele Donati, in audizione in commissione Esteri del Senato sul Documento programmatico pluriennale per la Difesa 2024-2026.

Italia, protagonista nello Spazio

“L’Italia – ha detto ancora – è un Paese di primissimo piano nelle operazioni spaziali: abbiamo un background che ci permette di essere protagonisti nel dominio spaziale” ma “la velocità di evoluzione di questo dominio dal punto di vista della ricerca e industriale richiede che la Difesa sia un attento osservatore di questo sviluppo, per acquisire capacità sempre più sviluppate, come quelle space-based per la sorveglianza. Bisogna guardare al futuro con un orizzonte esteso, che va oltre i prossimi anni, proprio per la velocità di evoluzione di questo settore. Se ritengo sufficiente quello che abbiamo? Al netto di potenziamenti dei nostri sensori – ha risposto l’ufficiale alle domande dei senatori – quello che abbiamo ci permette di utilizzare il dominio spaziale nel pieno delle funzioni”.

Protezioni degli assetti strategici

Si tratta comunque, ha aggiunto, di “un dominio nuovo, a cui ci approcciamo con un comportamento responsabile a fronte di un quadro giuridico e normativo in evoluzione. Abbiamo la capacità di monitoraggio dei nostri assetti. Vogliamo potenziare la capacità di sorveglianza dello Spazio e la protezione dei nostri assetti strategici“.

Copertura estesa

Il colonnello Donati ha spiegato inoltre che al momento i nostri satelliti geostazionari “ci permettono una copertura della zona europea e di zone dell’Africa nord orientale e del Medio Oriente dove si svolgono le nostre principali operazioni di interesse nazionale. Dettagli maggiori sono dati sensibili”.

Navstar Gps americano

Rispetto alle tecnologie gps, al momento il sistema di riferimento della Difesa è il Navstar Gps americano, “con un nuovo memorandum firmato a dicembre 2024 – ha spiegato Donati -. Dal punto di vista europeo c’è il Galileo, che dà un analogo servizio cifrato che sarà pienamente operativo per il 2026. Leonardo ha poi ultimato un ricevitore gps a doppia costellazione che può ricevere sia i Navstar che i Galileo”.

Comunicazioni satellitari

Le comunicazioni satellitari rivestono un ruolo rilevante per la Difesa garantendo il link per esercitare il comando e controllo a livello strategico, operativo e tattico a supporto delle operazioni nei teatri operativi e sul territorio nazionale anche in caso di calamità o emergenze. Allo stato attuale la Difesa impiega 3 satelliti posizionati in orbita geostazionaria. L’Italia è assegnataria di 3 slot di posizionamento geostazionario dei satelliti. Tali slot sono un’elevatissima risorsa strategica in quanto assicurano, essendo in orbita geostazionaria, la copertura costante di aree di interesse nazionale suddivide tra Europa, Africa e Medio Oriente”.

Cresce Cosmo-SkyMed

Donati ha anche reso nota la crescita di “Cosmo-SkyMed”, il programma satellitare di osservazione della terra con sensori radar, promosso dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con il contributo del ministero dell’Università e della Ricerca e del ministero della Difesa. Alla fine di quest’anno, infatti, è previsto il lancio del terzo satellite di seconda generazione, mentre l’Asi e la Difesa stanno già lavorando ad una terza generazione. Inoltre è in valutazione con Asi un’eventuale ulteriore estensione di tali satelliti, che potrebbero essere lanciati intorno al 2029-2030, per poi avere in progetto anche lo sviluppo di una terza generazione di satelliti, che dal 2035 potrebbe garantire la continuità capacitiva di osservazione della Terra con un ulteriore salto tecnologico”.

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