Gli obiettivi della guerra cibernetica combattuta attraverso lo spazio non sono i satelliti, ma i sistemi di Terra. Lo ha dichiarato il generale Chance Saltzman lo scorso 19 maggio durante una teleconferenza con un gruppo di giornalisti esperti in Difesa, durante la quale il Deputy Chief of Space Operations for Operations, Cyber and Nuclear dello US Space Force ha fornito alcune considerazioni sul conflitto tra Russia e Ucraina e su quali modalità Mosca stia utilizzando per la parte del confronto bellico che si combatte senza polvere da sparo.
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La guerra nello spazio si combatte a Terra
L’alto ufficiale ha precisato che, a tre mesi dall’invasione in Ucraina, non si possono ancora trarre conclusioni sulle capacità della Russia di compromettere il sistema di comunicazioni satellitari che le nazioni occidentali stanno utilizzando per aiutare Kiev nella gestione del conflitto, ma l’unico punto che emerge chiaramente è l’importanza di proteggere i sistemi terrestri e le attrezzature di rete che forniscono ai cybercombattenti di Mosca molti punti di ingresso per sferrare i loro attacchi.
L’attacco che ha preparato l’invasione
“Se pensate che l’unico modo per smantellare le infrastrutture spaziali sia tirare giù satelliti distruggendoli, state perdendo di vista il quadro più ampio dal momento che questi cyberattacchi sono diretti alle reti terrestri” ha dichiarato Saltzman. Il Dipartimento di Stato americano ha formalmente accusato la Russia dell’attacco informatico che sarebbe stato lanciato alla rete satellitare Ka-Sat di Viasat per preparare la propria invasione in Ucraina. Condanna è arrivata anche dall’Unione Europea per bocca del suo alto rappresentante della politica estera, Josep Borrell.
Il rafforzamento delle difese cyber
È stata la stessa Viasat ad affermare che l’obiettivo dell’attacco non sono stati i satelliti, ma i terminali di 40mila utenti, in ogni caso una piccola parte delle centinaia di migliaia dei clienti serviti. Il generale ha dunque concluso che il punto nodale di questa guerra parallela è avere “reti messe in sicurezza che sono difese da cyber professionisti, o non saremo in grado di essere efficaci nel compimento delle nostre missioni”. Le sue parole confermano quanto già dichiarato da Stephen Whiting: “il Cyberspazio è il ventre molle delle nostre reti satellitari” ha detto il comandante dello Space Operations Command dello U.S. Space Force che sta già provvedendo a rafforzare il proprio staff di specialisti per proteggere le proprie reti satellitare da ulteriori attacchi.
Guerra diretta ai satelliti? Non si sa mai
Il punto di forza delle reti satellitari, sia quelle militari sia soprattutto quelle commerciali, è la loro estensione numerica che rende praticamente impossibile una loro paralisi completa. Il riferimento è Starlink che oramai conta 2.500 unità in orbita e 50 dislocate solo sul cielo dell’Ucraina per assicurare la connessione alle popolazioni locali e, probabilmente, anche per supportare le operazione militari sul campo da parte delle truppe di Kiev. Elon Musk ha nei giorni scorsi dichiarato, tramite Twitter, un tentativo di entrare all’interno di Starlink per metterla fuori uso. E, per quanto i vertici della US Space Force dichiarino che un attacco militare diretto ai satelliti sia altamente improbabile, si stanno preparando anche a questo scenario con la prossima generazione di satelliti militari che avranno la capacità di difendersi in orbita.