Il lancio è avvenuto prima del previsto. E il tentativo della Corea del Nord di mandare in orbita un satellite spia è fallito. È quanto ha riferito l’Agenzia di stampa centrale nordcoreana (Kcna) gestita dallo Stato.
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Lo schianto in mare
Kim Jong-un spingeva sull’acceleratore e Pyongyang ha lanciato a sorpresa e in tutta fretta il satellite da ricognizione militare “Manlingyeong-1” alle 6:27 (ora locale) di mercoledì 31 maggio dalla base missilistica di Tongchang-ri a Sohae, nella provincia di Pyongan Settentrionale.
Ma “il nuovo razzo veicolo satellitere, Chollima-1, si è schiantato in mare, poiché ha perso la propulsione a causa di un avvio anomalo del motore”, ha precisato la Kcna, aggiungendo che “l’affidabilità e la stabilità del nuovo sistema motore erano basse e il carburante utilizzato instabile, cosa che ha portato al fallimento della missione”.
Flop del nuovo razzo
Secondo quanto riferito dall’Amministrazione per lo sviluppo aerospaziale nazionale – l’agenzia spaziale della Corea del Nord – l’immissione del satellite nell’orbita terrestre era stata affidata a un nuovo razzo vettore sperimentale, il “Cheollima-1”, quasi certamente basato sulla medesima tecnologia dei missili balistici intercontinentali (Icbm) collaudati da Pyongyang nei mesi scorsi.
Ma pronti a riprovare
Dal canto loro, i media di Stato nordcoreani hanno diffuso una nota confermando il fallimento della missione, senza fornire però alcuna informazione specifica in merito alla “significativa avaria” rilevata dopo il lancio. Nella nota, le autorità nordcoreane affermano di essere già impegnate ad apportare “misure correttive tecniche e scientifiche” al fine di effettuare un nuovo lancio “il prima possibile”.
Allarme a Seul e Tokyo
Il Joint Chiefs of Staff della Corea del Sud ha dichiarato che due minuti dopo il lancio a Seul è suonata la sirena di un raid aereo, e un minuto dopo è stato inviato un messaggio di testo che esortava i residenti a ”prepararsi a evacuare”. L’allarme è scattato anche nel vicino Giappone.
Il fallimento del lancio era stato immediatamente ipotizzato dal ministero della Difesa della Corea del Sud, che aveva visto sparire il missile dai propri radar lungo la traiettoria prevista.
Prima del lancio, la Corea del Nord aveva informato le guardie costiere di Corea del Sud e Giappone della possibile caduta di rottami in tre aree specifiche, a ovest della Penisola coreana e a est delle Filippine. Tutte e tre le aree sono situate all’esterno della zona economica esclusiva del Giappone. Il lancio ha comunque spinto le autorità giapponesi a proclamare uno stato di allerta aerea preventiva nella prefettura meridionale di Okinawa.
Tensione altissima
Nella regione la tensione rimane altissima. Da un lato, il vicepresidente della Commissione militare centrale del Partito del lavoro nordcoreano, Ri Pyong-chol, continua a definire le ricorrenti esercitazioni militari congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti come una dimostrazione della loro “sconsiderata ambizione aggressiva”. Secondo l’ufficiale, le esercitazioni obbligano Pyongyang a dotarsi “di mezzi in grado di raccogliere informazioni in merito alle azioni militari del nemico in tempo reale”.
Dall’altro lato, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti sono in allarme. Il lancio del satellite spia è stato condannato preventivamente anche dai rappresentanti speciali per la Corea del Nord di Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone: Kim Gunn, Sung Kim e Takehiro Funakoshi.
Condanna giapponese
Il governo del Giappone, per voce del segretario capo di gabinetto, Hirokazu Matsuno, ha già detto che l’iniziativa di lanciare un satellite spia con un missile balistico da parte di Pyongyang costituirebbe una minaccia alla pace regionale e una “grave provocazione”, ed equivarrebbe a tutti gli effetti al lancio di un missile balistico intercontinentale, in violazione delle risoluzioni Onu. Il ministero della Difesa ha aggiunto che qualunque missile nordcoreano violi lo spazio aereo giapponese sarà distrutto.
Maxi esercitazione navale
La Corea del Sud, intanto, ospita in questi giorni una esercitazione navale multinazionali contro il traffico di armi di distruzione di massa. L’esercitazione Eastern Endeavor 23 si terrà nelle acque internazionali a sud-est dell’isola sudcoreana di Jeju. Alla manovra prenderanno parte Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Australia, Canada e Singapore.
Il cacciatorpediniere della Forza marittima di autodifesa Js Hamagiri, che partecipa all’esercitazione, ha gettato l’ancora lunedì 29 maggio al porto di Busan. I media coreani hanno sottolineato che la nave giapponese esibisce il tradizionale vessillo del Sole nascente, che le due Coree contestano come un simbolo del militarismo pre-bellico giapponese.