L’Agenzia Spaziale Europea ha selezionato Viasat per studiare una nuova rete satellitare multi-orbita che includerà sistemi geostazionari e di media e bassa orbita oltre che di Haps (High Altitude Platform Systems) come palloni aerostatici e dirigibili.
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Un anno per capire
Lo studio durerà un anno e sarà condotto dalla sussidiaria britannica dell’operatore di telecomunicazioni satellitare statunitense che valuterà tutti i requisiti tecnici necessari e i mercati potenziali per un siffatto sistema di reti ibride che combinano, oltre a differenti altitudini, anche bande a frequenza multipla e differenti architetture. Lo studio, anche se in modo non ufficiale, rientra nel progetto di una rete sovrana per l’Europa al fine di assicurare a tutti gli stati membri, ma anche a quelli nordafricani e al Regno Unito di avere una rete satellitare dove i dati relativi ai cittadini, alla Sicurezza e alla Difesa possano transitare in modo veloce e senza pericoli.
Gli affari Viasat -Immarsat ed Eutelsat-OneWeb
Già a febbraio la Commissione Europea ha verificato diverse ipotesi ottenendo due pareri interni negativi e progetti differenti costringendola ad una empasse che, alla luce di quanto sta accadendo nel mondo dell’impresa privata, non può più permettersi. La stessa Viasat infatti ha ottenuto il via libera degli azionisti per acquisire la britannica Inmarsat, in attesa del via libera da parte del governo britannico. Eutelsat ha poi firmato nei giorni scorsi una lettera di intenti per fondersi con OneWeb, altra operazione che riveste per Londra (azionista di OneWeb) un’altra faccenda spinosa anche a livello strategico e diplomatico dopo la Brexit. Se infatti l’affare Viasat-Inmarsat sancisce un’alleanza antica e ancora più cercata in questo momento, quello tra Eutelsat e OneWeb implica una specie di marcia indietro.
La questione della rete sovrana
Di sicuro, l’Europa si appresta ad avere una rete sempre più allocata in cielo e si prospetta un tema strategico in materia di economia, sicurezza, concorrenza e di sovranità che deve essere affrontato al più presto. Lo studio di Viasat, che sarà concluso nel secondo quarto del 2023, è teso evidentemente a dare “una guida importante sul sentiero che va verso lo sviluppo e lo sfruttamento del potenziale di capacità di un capacità di comunicazioni satellitari resilienti a più livelli” ha dichiarato Daniel Bleier. “Lo studio si concentrerà sulla comprensione di come combinando diversi regimi orbitali si possano creare sistemi futuri che possano utilizzare in modo efficiente tutte le risorse disponibili in orbita”.
Un parere indiretto, ma importante
Secondo il portavoce di Viasat lo studio “non intende fornire in modo specifico informazioni per i piani che riguardano la costellazione sovrana a bassa orbita, ma potrebbe fornire una visione preziosa per portare avanti le analisi sui sistemi ad orbita bassa, media e geostazionari così come sulle capacità dei sistemi ibridi a più livelli”. Una precisazione non voluta, ma rivelatrice di chi ha coscienza che esistono obiettivi che vanno oltre quelli dichiarati e che rivestono un’importanza ancora maggiore.