Lo spazio sarà sempre più privato o, meglio, sarà sempre di più frutto di collaborazione tra enti statali e società private mentre, a livello strategico, la corsa tra Usa, Cina e Russia per l’egemonia si sta spostando sempre di più oltre l’atmosfera terrestre. Lo si legge nella “Relazione sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica” della quale si sono fatti relatori il senatore Claudio Fazzone e il deputato Maurizio Cattoi e che è stata approvata dal Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir).
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Investimenti dual per lo spazio sempre più dual
Nel documento si legge: “Il complesso dei fondi pubblici, per quanto considerevole, richiede in ogni caso di essere integrato con risorse complementari di natura privata in quanto il settore dovrà aprirsi necessariamente a forme di partenariato misto e a collaborazioni, tra pubblico e privato, anche tenuto conto che strumenti, applicazioni e tecnologie sono sempre più dual use, con impiego in ambito militare e della difesa ed in ambito civile e commerciale. Attività spaziali duali nazionali sono rappresentate dai programmi Copernicus, Galileo, Cosmo SkyMed, Pleaides, TerraSar-x e Athena-fidus”.
Sostenibilità ed egemonia dello Spazio
La relazione del Copasir evidenzia anche la necessità di indirizzare i nuovi investimenti congiunti alla sostenibilità dello Spazio affrontando i problemi del sovraffollamento, dei detriti e dei satelliti obsoleti e non più operativi. Il documento ha anche affrontato le questioni strategiche internazionali. “La ‘corsa allo Spazio’ non si è di fatto mai fermata, ma negli ultimi anni ha avuto un’accelerazione straordinaria, nell’ambito della quale Usa, Russia e Cina si contendono il primato. A tutti gli effetti – si conclude – la futura egemonia planetaria potrebbe avvenire anche nello Spazio, data la crescente militarizzazione oltre l’atmosfera, con tentativi di appropriarsi di nuove zone di influenza”.
La forza ed il ruolo dell’Italia
In questo scenario, il nostro Paese ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano. “In tale contesto l’Italia vanta una solidissima tradizione tecnologica: siamo oggi uno dei pochi Paesi ad avere una filiera completa e una concreta possibilità di accesso allo Spazio, potendo contare su una più che significativa presenza nel sistema dei lanciatori europei presenti e futuri, attraverso Vega e le sue evoluzioni, su una forte competenza nella realizzazione di satelliti, sulla capacità di svolgere attività in orbita e su avanzate tecnologie di trattamento dati”.
Consolidare le posizioni
La relazione del Copasir dunque conferma la consapevolezza sulla forza della nostra industria aerospaziale e, allo stesso tempo, l’esigenza di conservare e consolidare una posizione che oggi – mai come prima – non è solo questione di prestigio in settori come la tecnologia avanzata e la Difesa, ma è elemento fondamentale di crescita economica, sociale e scientifica per quella che si chiama space economy.