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Satelliti e intelligenza artificiale alleati per arginare la deforestazione dell’Amazzonia

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Uno studio Inpe evidenzia come le metodologie statistiche utilizzate finora siano insufficienti per arginare un fenomeno in costante espansione e possano essere potenziate utilizzando al meglio il mix con il machine learning

Pubblicato il 26 Ago 2022

Nicola Desiderio

Amazonia

I satelliti e l’intelligenza artificiale possono combattere la deforestazione illegale in Amazonia controllando il territorio con una strategia migliore e più efficiente di quella utilizzata finora. È la conclusione cui sono arrivati otto scienziati brasiliani, americani e britannici e che è stata esposta nell’articolo “Science-based planning can support law enforcementactions to curb deforestation in the Brazilian Amazon” pubblicato l’11 giugno scorso su Conservation Letters, il giornale della Society for Conservation Biology.

Le incongruenze dei dati

La ricerca compiuta nasce nel febbraio 2021 guardando i dati dell’Inpe (Instituto Nacionale de Pesquisas Espaciaciais, l’ente spaziale brasiliano) prodotti dal Prodes (Projeto de Monitoramento do Desmatamento na Amazônia Legal por Satélite) che dal 1988 fornisce al governo brasiliano le statistiche per le politiche di conservazione. Confrontando i numeri dell’Inpe con la decisione di concentrare il sistema di controllo su 11 municipalità, dove avviene il 70% dell’attività di deforestazione illegale, sono emerse molte differenze.

Griglie con cella da 25 chilometri

I ricercatori hanno perciò elaborato una strategia diversa stabilendo griglie con celle regolari di 25 km di lato e analizzando il territorio, così suddiviso con l’ausilio di un algoritmo denominato Random Forest per individuare i punti di deforestazione sulla base di cinque elementi di previsione: deforestazione negli anni precedenti, distanza tra le griglie storicamente a più ampia deforestazione, distanza da strade e fiumi, aree protette all’interno di ciascuna cella e incendi attivi. Sono state poi identificate tre classi di priorità per la deforestazione prevista: bassa sotto il 70 percentile, media tra 70 e 90 e alta con percentile oltre 90.

La classificazione delle aree a rischio

Le celle a priorità alta hanno dato un’estensione totale di 414,603 km2 quadrati, il 27,8% in meno rispetto ai 574,724 kmdelle 11 municipalità scelte come campione rappresentativo. “Utilizzando il nuovo approccio, abbiamo concluso che dare la priorità alle aree a più alta deforestazione sarebbe più efficace che limitare il controllo di certe municipalità. Si tratta di una scoperta importante, dato che le agenzie responsabili per agire secondo la legge in casi come questi, principalmente la Ibama e la ICMBio, hanno i loro bilanci costantemente ridotti. Alcuni di questi punti ad alta deforestazione si trovano all’interno delle 11 municipalità, ma altri si trovano nelle vicinanze e costituiscono una nuova frontiera” afferma Guilherme Augusto Verola Mataveli, ricercatore della divisione Osservazione della Terra e Geoinformatica dell’Inpe e primo firmatario dell’articolo.

Per un controllo più efficiente ed efficace

L’idea di Mataveli che, in questo modo, è possibile potenziare un metodo di analisi fermo al 1988 e utilizzare meglio gli enti di sorveglianza che avrebbero da controllare 160.000 km2 di territorio in meno, come il Suriname e oltre la metà dell’Italia. Oltretutto i risultati conseguiti in questi anni dal governo brasiliano per arginare la deforestazione illegale sono alquanto deludenti. Il fenomeno è infatti aumentato del 105% tra febbraio e l’aprile del 2021 se confrontato con lo stesso periodo nell’arco di anni che va dal 2017 al 2021. Il Deter (Detection of Deforestation in Real Time), il programma ufficiale brasiliano per il controllo della deforestazione, ha quantificato in 524,89 km2 l’area di nuova deforestazione. Tra l’agosto del 2020 e il luglio del 2021 la superficie tagliata e bruciata complessiva in Amazonia è stata di 13.235 km2, il 22% in più e la più ampia sin dal 2006.

L’importanza dell’Amazonia

L’Amazonia ha un’importanza fondamentale per l’ecosistema del Brasile, dell’America Latina e di tutto il Globo. Ha infatti un’estensione legale di 5 milioni di km2, più dell’intera Unione Europea e si calcola che l’11% delle emissioni di CO2 a livello globale siano dovute proprio ad opere di deforestazione. Ecco perché la comunità internazionale ha un occhio speciale per l’Amazonia e il Brasile ha assunto impegni per proteggerla riducendo entro il 2026 la deforestazione dell’80% rispetto alla media degli anni 1996-2005. Il piano era originariamente di ridurla di 8.718 km2 all’anno, ma nel 2018 questo obiettivo è stato ridotto a 3.925 km2 dopo il 2020.

Il Brasile è in forte ritardo

Gli esperti inoltre hanno criticato i piani del governo brasiliano per il 2021-2022 che fanno riferimento ad anni in cui il tasso di deforestazione era più basso del 35% rispetto al quadriennio 2016-2020. Il Brasile ha inoltre annunciato al Cop-26 di volere debellare completamente la deforestazione entro il 2028, ridurre le emissioni del 50% rispetto al 2005 entro il 2030 e raggiungere la neutralità entro il 2050. È chiaro che il paese paulista è in forte ritardo, ma la nuova metodologia proposta potrebbe offrire un contributo importante alle politiche per l’ambiente e al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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