L’Itu ha pubblicato la prima versione del suo SpaceExplorer, lo strumento di consultazione che permette di accedere allo Space Network Systems Database del Radiocommunication Bureau dell’International Telecommunication Union, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di informazione e tecnologie della telecomunicazione.
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Un registro elettronico per i satelliti
Tramite l’Itu SpaceExplorer si può accedere alle informazioni che riguardano i satelliti e le reti, anche su quelli che non sono più attivi: dalla posizione alla frequenza secondo il registro BR Ific (International Frequency Information Circular), dall’identità Sns (Space Networks Systems) all’azienda, all’ente e alla nazionalità cui fare riferimento, dai dati tecnici allo stato operativo. Mancano ancora i dati che riguardano le reti relative alle reti in media e bassa orbita, che si avviano ad essere il terreno di confronto e di arbitraggi da dirimere più importante in futuro, ma siamo ancora agli inizi di un iter che non ha tempi rapidissimi.
L’iter è partito nel 2008
L’approntamento di una applicazione “mirata a facilitare l’esplorazione delle caratteristiche orbitali e radio dei sistemi satellitari e la pubblicazione di dati relativi ai servizi spaziali” della quale parla la lettera circolare CR/489 dell’Itu dell’11 luglio 2022 accoglie la risoluzione 186 che risale al 2018 e parla di “Disponibilità di una prima versione pilota della nuova applicazione web “ITU SpaceExplorer” mirata all’esplorazione delle caratteristiche orbitali e radio dei sistemi satellitari e la pubblicazione dei dati correlati ai servizi spaziali”. Siamo dunque solo agli inizi e la versione rilasciata il 30 giugno – ma della quale è stata data notizia il 9 agosto – è la 0.9.4, dunque è quella che gli specialisti definirebbero Beta.
Guida all’utilizzo
Alla pagina introduttiva si può trovare una breve guida, si fa riferimento alla possibilità di ricevere mini-sessioni di formazione all’utilizzo dello strumento di consultazione e si invitano i primi utenti a fornire i loro riscontri attraverso un modulo. Un modo forse eccessivamente burocratico per la gestione di realtà che riguardano sempre di più l’opinione pubblica, la società e l’economia oltre a rivestire un rilievo strategico dal punto di vista geopolitico. Il sistema dà anche la possibilità di consultare le stazioni spaziali registrate sull’elenco BR Ific, mentre non sono ancora attivi gli strumenti di consultazione per le stazioni astronomiche e terrestri. In tutto sono censiti 7.737 voci geostazionarie e 2.456 non geostazionarie per un totale di 10.193.
Un sistema ancora allo stato grezzo
Se si consultano le voci disponibili per l’Italia, si scopre che, tra satelliti e sistemi, nei registri dell’Itu ci sono 73 file quasi pari di numero per geostazionari (37) e non geostazionari (36). La registrazione più recente, con numero SNS 122545103 è del 9 maggio 2022 fa riferimento a Dantesat, un nanosatellite commerciale realizzato dalla Spacemind, anche se manca ancora la scheda riassuntiva che, in altri casi, può essere aperta, consultata ed esportata. L’Itu SpaceExplorer rappresenta dunque un passo avanti e ha ovviamente un potenziale, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Devono essere resi più fluidi i meccanismi di raccolta e di pubblicazione, manca una modalità di visualizzazione specifica per smarphone e soprattutto va sviluppata una app, che rappresenta oggi la modalità di fruizione più comune.