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Tv satellitare, ripartono le trattative per il merger DirecTV-Dish bloccato nel 2002



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AT&T e il suo partner in joint-venture Tpg avrebbero riaperto il dossier con EchoStar per dare il via alla fusione delle rispettive piattaforme pay-tv da cui nascerebbe un colosso da 20 milioni di abbonati. In passato il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva stoppato l’operazione a causa di profili antitrust. Ma lo scenario è molto cambiato

Pubblicato il 18 set 2024



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Dopo ventidue anni, AT&T ed EchoStar hanno ripreso le trattative per la fusione delle loro due società della Tv satellitare, DirecTV e Dish Network. Con questo matrimonio nascerebbe un colosso da 20 milioni di abbonati. E queste nozze avverrebbero in un momento in cui l’industria della pay-Tv sta perdendo clienti, con persone che passano dalla televisione via cavo allo streaming. Bloomberg Intelligence stima che il settore della pay-Tv abbia perso quasi 30 milioni di utenti tra il 2015 e il 2023 e potrebbe perderne altri 6 milioni entro la fine del 2024.

Lo stop dell’Antitrust

Le due società avevano tentato per la prima volta di fondersi nel 2002, ma il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti bloccò l’operazione. Tuttavia, DirecTV e Dish hanno continuato a intrattenere colloqui nel corso degli anni. C’è poi da ricordare che EchoStar ha chiuso l’acquisizione di Dish solo alla fine del 2023. Ma né da Echostar né da AT&T commentano la notizia di una ripresa delle negoziazioni.

Ora, se le trattative andassero a buon fine, con la creazione del più grande fornitore di servizi televisivi satellitari a pagamento degli Stati Uniti, questo accordo potrebbe attirare nuovamente l’attenzione dell’Antitrust.

Panorama cambiato

Stavolta però la strada sarebbe in discesa. Il merger potrebbe andare in porto perché da allora il settore si è notevolmente ampliato e DirecTV e Dish sono ora in concorrenza con operatori del calibro di Comcast, Charter, Amazon Prime, YouTube TV e Netflix.

Una fusione migliorerebbe la capacità del nuova azienda di negoziare con i fornitori di programmi, proprio come DirecTV sta facendo oggi con Disney, dato che le due parti sono impegnate in una carriage dispute, una controversia sulla ritrasmissione del segnale.

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