È più vicino e concreto il futuro delle telecomunicazioni 5G “abilitate” dallo Spazio. Uno studio sulle infrastrutture 5G (5G-Is), finanziato dalla Direzione Connettività e Comunicazioni sicure dell’Esa (Agenzia spaziale europea), fornisce un progetto completo per fornire una connettività con banda ultralarga affidabile in tutto il mondo.
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Addio digital divide
A differenza della tradizionale Internet satellitare, questo nuovo sistema si integrerebbe perfettamente con le reti 5G terrestri, consentendo agli utenti di rimanere connessi sia che si trovino nei centri cittadini o in zone remote. Le implicazioni sono di vasta portata: i veicoli autonomi potrebbero mantenere una connettività costante tra i continenti, i servizi di emergenza potrebbero funzionare senza interruzioni durante i disastri naturali e le comunità remote potrebbero accedere alla stessa Internet ad alta velocità delle aree urbane.
Lo studio, condotto da un consorzio che include Airbus Defence and Space, Eurescom, Fraunhofer Fokus e Iis, e l’Università del Bundeswher di Monaco, dimostra che l’infrastruttura 5G basata sullo Spazio non è solo teoricamente possibile, ma è commercialmente fattibile e potrebbe iniziare a essere implementata già nel 2025.
Finanziariamente sostenibile
La ricerca indica che il sistema sarebbe finanziariamente sostenibile pur rimanendo accessibile per gli utenti. Le tariffe di abbonamento mensili potrebbero variare da 6 euro per la connettività di base fino a 60 euro per i servizi premium, rendendolo accessibile sia ai singoli consumatori che agli utenti aziendali.
Guida autonoma
Per l’industria automobilistica, il sistema potrebbe abilitare tutto, dagli aggiornamenti di navigazione in tempo reale alle funzionalità avanzate di guida autonoma. Infatti, lo studio ha identificato 77 diversi casi d’uso nei settori dei trasporti, dei servizi aziendali e dei servizi pubblici che potrebbero trarre vantaggio dalla connettività 5G basata sullo spazio.
Tecnologie da sviluppare
Tuttavia, lo studio ha anche identificato sfide con tecnologie che necessitano di ulteriore sviluppo, tra cui carichi utili satellitari più efficienti dal punto di vista energetico e sistemi di antenne avanzati. L’Esa sta già finanziando ulteriori ricerche per affrontare queste sfide attraverso il suo programma Space for 5G/6G and Sustainable Connectivity.
I prossimi passi prevedono l’accelerazione dello sviluppo tecnologico e la promozione della cooperazione tra gli attori del settore spaziale e gli operatori delle telecomunicazioni.
Joint venture tra operatori
Lo studio suggerisce che le joint venture tra operatori di reti mobili e operatori satellitari potrebbero essere il modo più efficace per portare questa tecnologia sul mercato.
Con questo studio, l’Europa è posizionata per guidare l’integrazione delle reti di comunicazione spaziali e terrestri, trasformando potenzialmente il modo in cui ci colleghiamo in tutto il mondo. Lo studio delinea un’implementazione graduale che inizia con applicazioni a banda stretta già nel 2025, seguita da servizi a banda larga dal 2029 e capacità a banda larga complete dopo il 2032, segnando una nuova era nella storia delle telecomunicazioni.
5G spaziale, potenziale enorme
“Questo studio mostra il vero impatto che possiamo avere, con un business case in evoluzione da realizzare nei vari settori – Antonio Franchi, responsabile dell’ufficio del programma Ntn 5G/6G dell’Esa -. Non vediamo l’ora di realizzare il potenziale delle reti non terrestri e il loro ruolo complementare con le reti terrestri esistenti”.
“5G-Is ha affrontato in modo olistico la progettazione dell’infrastruttura spaziale 5G e persino 6G – ha aggiunto Maria Guta, senior 5G/6G SatCom Solutions Architect dell’Esa -. Lo studio ha seguito un approccio di co-creazione e co-progettazione che ha coinvolto rappresentanti di settori verticali per identificare, categorizzare e dare priorità ai casi d’uso meglio serviti dall’infrastruttura spaziale 5G in base a criteri tecnici e di adattamento al mercato. L’attività ha fornito un contributo unico nel suo genere al settore delle reti non terrestri, descrivendo in dettaglio la roadmap tecnologica e i modelli di sfruttamento dei servizi associati”.