A livello globale, oltre il 70% dell’acqua dolce prelevata dalla superficie terrestre o dal sottosuolo, è utilizzata per irrigare le colture che servono per sfamare una popolazione mondiale in continua crescita. Ma i dati dei satelliti denunciano che l’uso massiccio di acqua per l’irrigazione causa danni non solo sull’ambiente locale, ma innesca gravi conseguenze a catena per tanti altri aspetti del sistema terrestre.
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La nuova ricerca
Mai documentata finora, grazie a un team di scienziati internazionali, è adesso disponibile una descrizione completa della complessa interazione tra l’irrigazione e l’ambiente globale.
Una nuova ricerca, guidata da Sonali McDermid della New York University e supportata dal progetto Science for Society Irrigation+ dell’ESA, che è stata recentemente pubblicata sulla rivista “Nature Reviews Earth & Environment”.
Si stima che in tutto il mondo siano utilizzati ogni anno circa 2500 chilometri cubi di acqua per l’irrigazione, una quantità superiore a quella utilizzata per qualsiasi altro singolo scopo.
Per metterlo in prospettiva, questa è all’incirca la stessa quantità d’acqua che si trova in tutti i fiumi del mondo messi insieme.
Un delicato equilibrio
Le immagini fornite dai satelliti sull’India, per esempio, mostrano le aree irrigate e le colture coltivate, ma soprattutto come l’irrigazione influenzi il bilancio energetico della superficie terrestre e i cicli biogeochimici. Anche perché un uso massiccio dell’irrigazione può ridurre la temperatura superficiale del terreno fino a 3°C, creando perà uno stress caldo umido.
Spiega Wouter Dorigo, del Politecnico di Vienna: “Nonostante il terreno sia più fresco dopo che è stato irrigato, l’aria è più umida e sappiamo tutti che più difficile far fronte a condizioni calde e umide rispetto a condizioni calde e secche”.
“L’umidità – aggiunge – non si limita solo ad essere un effetto locale, l’aumento dei livelli di umidità nell’atmosfera, ma altera le condizioni meteorologiche e potenzialmente influenza le precipitazioni. Questi cambiamenti possono avere effetti a cascata sui climi regionali, potenzialmente peggiorando la siccità o causando cambiamenti imprevist nelle precipitazione”.
Un’altra conseguenza dell’irrigazione è che, mentre aumenta la resa delle colture, aumenta anche l’assorbimento di carbonio da parte del suolo, che si traduce in una crescita “dei flussi di metano attraverso la coltivazione del riso”. Ed è noto che “il metano è un gas serra molto potente che influenza il nostro clima globale”, scrive in una nota l’Agenzia spaziale europea.
L’utilità dei satelliti
Christian Massari dell’Istituto di ricerca per la protezione geo-idrologica del Cnr, afferma che “la ricerca che abbiamo svolto anche attraverso il progetto Irrigation+ dell’Esa mostra il potenziale dell’impiego dei sistemi satellitari per studiare l’irrigazione e i suoi effetti”.
Secondo l’Esa, essere in grado di monitorare e valutare l’impatto dell’irrigazione su scala globale offre spunti preziosi per le politiche agricole, ambientali e per il benessere ecologico.