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5G non terrestre, Ericsson testa il backhaul via satellite



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La multinazionale svedese fa le prove per trasferire i dati dai punti d’accesso alla rete centrale attraverso le tecnologie di comunicazione basate sulla low Earth orbit. Obiettivo: portare la connettività mobile di quinta generazione anche nelle aree remote

Pubblicato il 25 feb 2025



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Ericsson, Grupo Oesía e l’Universidad Carlos III di Madrid (Uc3M) hanno dimostrato come, grazie ai satelliti in orbita bassa, i servizi 5G possono essere forniti in aree remote utilizzando reti non terrestri (Ntn) come backhaul.

La sperimentazione si è svolta in Spagna. Questo progetto, parte del programma spagnolo Unico 5G R&S e sostenuto dai fondi NextGenerationEu, sottolinea il potenziale dell’integrazione 5G e Ntn per migliorare la connettività nelle regioni meno servite.

Segnale fluido e ininterrotto

Questa collaborazione evidenzia come un gNodeB 5G portatile possa sfruttare il collegamento satellitare per mantenere la connettività laddove l’infrastruttura tradizionale non è disponibile.

Nell’ambito di questa partnership, la rete di trasporto tra il gNodeB di un sistema di rete privata portatile (sistema remoto) e le funzioni del piano di controllo nel centro dati del laboratorio 5Tonic (core della rete pubblica 5G) è stata configurata tramite una rete satellitare in orbita terrestre bassa (Leo).

In questi test, il team ha convalidato con successo la transizione fluida tra l’accesso mobile e quello satellitare, utilizzando la tecnologia Advanced Traffic Steering-Switching-Splitting (Atsss) del 3Gpp, per garantire un servizio 5G ininterrotto.

Superare il digital divide

Manuel Lorenzo, responsabile della tecnologia e dell’innovazione di Ericsson Spagna, spiega che “nel laboratorio 5Tonic Ericsson ha raggiunto un traguardo importante, in collaborazione con Grupo Oesía e Uc3M, dimostrando come un gNodeB portatile possa utilizzare reti non terrestri come backhaul per fornire servizi 5G in aree remote in cui è disponibile solo la copertura satellitare. Questa integrazione pionieristica consente anche una transizione senza soluzione di continuità tra l’accesso mobile e quello satellitare, per mantenere il funzionamento continuo nelle reti 5G in molti scenari”.

Espansione del 5G

“Questa collaborazione dimostra il potenziale delle reti non terrestri, soprattutto nelle aree remote o devastate, per espandere la connettività 5G oltre le infrastrutture tradizionali – aggiunge Daniel Segovia, del Dipartimento di teoria dei segnali e comunicazioni dell’Uc3M -. Il successo di questa iniziativa è una dimostrazione del potere della collaborazione tra mondo accademico e industria nel promuovere le tecnologie di comunicazione di prossima generazione”.

Terminale satellitare avanzato

“Abbiamo sviluppato un terminale satellitare avanzato con antenna di controllo elettronico in banda Ku che opera nella costellazione Eutelsat OneWeb Leo – María Graña, direttrice della tecnologia di Inster-Grupo Oesía -. Grazie a questo lavoro di collaborazione con Ericsson e l’Università Carlos III di Madrid siamo stati in grado di dimostrare l’integrazione di questo terminale satellitare Leo portatile con il gNodeB remoto, fornendo il backhaul necessario per mantenere le comunicazioni 5G, il che rappresenta un risultato significativo per le comunicazioni satellitari”.

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