Virgin Orbit sta cercando di evitare a tutti i costi il fallimento ed è alla ricerca di nuovi finanziamenti o di una linea di credito per rastrellare liquidità con l’aiuto di Alvarez & Marsal e di Ducera Partners. Secondo Sky News, sarebbero loro le società di consulenza alle quali Richard Branson si sarebbe rivolto per trovare una soluzione a quella che è stata definita “pausa operativa” ed è invece la fase più difficile attraversata dall’azienda spaziale del magnate inglese.
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Sul tavolo anche la vendita
Secondo la Cnbc, sul tavolo ci sarebbe anche l’ipotesi di una vendita per una cifra intorno ai 200 milioni di dollari, ovvero poco più dei 217 milioni di capitalizzazione in borsa dopo la succitata “pausa operativa” che ha portato il titolo intorno a 50 centesimi, perdendo di fatto il 95% rispetto ai 9,67 dollari quando fu operata la Spac il 21 maggio 2021 e la capitalizzazione era intorno ai 3,7 miliardi di dollari. Fatto sta che i circa 750 dipendenti dell’azienda sono praticamente in libertà e il rischio è di perdere tutto il capitale umano.
Debolezza strutturale
Sempre secondo la Cnbc, i problemi di Virgin Orbit non sarebbero imputabili solo al fallimento della prima missione dalla base in Cornovaglia, ma ci sarebbero debolezze finanziarie strutturali riscontrabili sin dallo scorporo effettuato da Virgin Galactic nel 2017. Anche la stessa Spac sarebbe stata un sostanziale fallimento raccogliendo 228 milioni di dollari invece dei 483 milioni previsti, e tutti da partner già esistenti come Boeing (che sarebbe stata interpellata anche in questi giorni) e AE Industrial Partners. Dunque il peccato originale sarebbe la carenza di liquidità.
Branson ci ha già rimesso un miliardo
Fonti anonime raccolte da Sky News e vicine a Virgin Group affermano che Branson stesso – che ha il 75% delle azioni di Virgin Orbit mentre il 18% è in mano al fondo sovrano Mubadala degli Emirati Arabi Uniti – avrebbe supportato di tasca propria l’azienda già in evidente difficoltà con oltre un miliardo di dollari da novembre 2022. Nello stesso periodo, Branson avrebbe prestato 60 milioni attraverso il Virgin Group e avrebbe chiesto a Goldman Sachs e alla Bank of America di esplorare altre possibilità: dalla raccolta di piccoli nuovi azionisti alla vendita.
Piano di evacuazione pronto
Secondo quanto raccolto da Cnbc, sarebbe stato anzi dato mandato espresso a George Mattson, che siede al tavolo del consiglio di Virgin Orbit, di curarne la vendita, forte dei suoi oltre 20 anni trascorsi in Goldman Sachs. Mattson era arrivato alla corte di Branson proprio per curarne gli aspetti finanziari e la Spac attraverso NextGen. A questo proposito, Virgin Orbit avrebbe già approntato un piano di buonuscita per il management qualora arrivasse un cambio di proprietà. Ad esempio l’amministratore delegato Dan Hart riceverebbe un’indennità pari a 511.008 dollari, pari al doppio del suo salario base.
Il fallimento è un’opzione
Intanto l’azienda cerca di dare una parvenza di “business as usual” annunciando che è agli sgoccioli l’indagine interna sul fallimento del vettore LauncherOne dall’ala del Boeing 747 modificato e ribattezzato “Cosmic Girl”. Ufficialmente, Virgin Orbit starebbe completando la costruzione di un nuovo razzo e completando le ultime operazioni di integrazione e messa a punto, ma sembra davvero improbabile che la società di Long Beach sia in grado di tentare un’altra missione vista la situazione finanziaria e operativa in cui versa. La questione ora è trovare i soldi entro la settimana o portare i libri contabili in tribunale.