L’era dello spazio privato in India è ufficialmente iniziata con il Vikram-S, il primo razzo non realizzato dall’agenzia spaziale nazionale Isro, ma dalla Skyroot Aerospace che ha operato con successo il primo lancio di validazione il 18 novembre dallo Satish Dhawan Space Centre nell’isola di Sriharikota. Secondo la Isro e la Skyroot, l’esperimento è perfettamente riuscito con il raggiungimento di tutti parametri di lancio.
Indice degli argomenti
A velocità ipersonica
Il Vikram-S ha compiuto un volo di 6 minuti a Mach 5 (5 volte la velocità del suono) trasportando tre payload e raggiungendo 89,5 km di altitudine prima di tuffarsi nel Golfo del Bengala. Tra le ulteriori caratteristiche del vettore ci sono la costruzione in fibra composita di carbonio e componenti realizzati con stampa 3D, l’altezza di 6 metri, la massa di 546 kg e una spinta pari a 7 tonnellate.
Una famiglia “coraggiosa”
Il Vikram, che in sanscrito vuol dire “coraggio”, deve il suo nome a Vikram Sarabhai, il fondatore del programma spaziale indiano, e apre la via all’omonima famiglia di vettori che diventerà operativa dal prossimo anno. Il Vikram-1 sarà capace di trasportare fino a 480 kg in orbita bassa, il Vikram-II potrà arrivare a 595 kg mentre il Vikram-III sarà in grado di lanciare fino a 815 kg ad un’orbita bassa inclinata di 500 km.
Fondata da due ex ingegneri Isro
A firmare tutti e tre sarà la Skyroot Aerospace, l’azienda fondata da Naga Bharath Daka e da Pawan Chandana due ex ingegneri dell’Isro che, dopo essersi licenziati nel 2018, hanno raccolto 68 milioni di dollari con la quale hanno fondato nella città di Hyderabad un’azienda che oggi conta oltre 200 persone e ha segnato un momento storico per una potenza spaziale che si sta aprendo agli investimenti privati, anche esteri.
L’India che guarda verso lalto
L’obiettivo è quello di creare una space economy compiuta alla pari di quelle americana ed europea a supporto di un’economia e di programmi spaziali sempre più ambiziosi. L’Isro infatti prevede una missione con equipaggio nel 2024 con Francia e Russia e sta sviluppando una nuova famiglia di motori criogenici, capaci di sviluppare una spinta di 21,8 tonnellate e destinati ad equipaggiare il vettore LVM3.
Da OneWeb ai motori criogenici
La versione M2 di quest’ultimo ha portato in orbita 36 satelliti di OneWeb il 26 ottobre scorso e opererà un’altra missione per l’operatore satellitare britannico il prossimo gennaio. Anche la Skyroot sta sviluppando parallelamente un proprio motore criogenico, il Dhawan-I, che funziona a gas naturale liquido (Lng) e ad ossigeno liquido a temperature inferiori a -150 °C, e ha già compiuto i primi test lo scorso anno.
Il simbolo di una svolta
Secondo Chandana, il lancio del Vikram-S rappresenta “il simbolo e il potenziale della nuova India” mentre Jitendra Singh, ministro del governo di Delhi per la Scienza e la Tecnologia, ha affermato che “è davvero un nuovo inizio, una nuova alba, un nuovo prarambh (un buon inizio, ndr) nel viaggio del programma spaziale dell’India. È un grande passo per l’India verso lo sviluppo dei suoi razzi e un punto di svolta nel movimento indiano delle start-up. Da oggi l’India si avvia a costituire il proprio ecosistema spaziale”.