I sistemi di space situational awareness (Ssa) hanno bisogno di convergere se non vogliamo che aggiungano ulteriore confusione alla sempre più difficile gestione del traffico e dei detriti intorno allo Spazio orbitale terreste.
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Molti sistemi, molta confusione
L’allarme è stato lanciato da alcuni esperti i quali lamentano una mancanza di coordinamento e scambio di dati tra tutti i sistemi di tracciamento e sorveglianza (Sst), le attività e i quadri normativi che si stanno sviluppando in tutto il mondo per arginare i problemi creati dal numero crescente di satelliti che popolano le sfere esterne al nostro pianeta.
Un problema già presente
Secondo quanto riportato da Spacenews.com il problema è già potenzialmente presente, come messo in evidenza da Richard DalBello, director of the U.S. Office of Space Commerce in occasione della seconda conferenza organizzata dal Global Network on Sustainability in Space (Gnosis) e che si è tenuta tra il 30 novembre e il I dicembre scorsi presso l’Università di Warwick, nel Regno Unito.
Standard tecnici e di calcolo diversi
“Abbiamo un problema su come stiamo gestendo la proliferazione dei sistemi Ssa” riferendosi allo European Union Space Surveillance and Tracking (Eu Sst) che sta pianificando di offrire i propri servizi anche a terzi. Secondo DalBello, c’è il rischio che i vari sistemi possano fornire segnali contrastanti a causa delle differenze per i sistemi di calcolo e la sensoristica.
La convergenza necessaria
DalBello afferma che il suo ufficio sta già lavorando ad uno studio per la definizione di standard comuni insieme al National Institute of Standards and Technology e all’Eu Sst, ma afferma che gli standard comuni non sono sufficienti. Servono infatti regole per l’allineamento dei sensori e scambio di dati. A questo proposito, l’americano si è lamentato del fatto che il programma europeo non preveda l’acquisto di dati Sst da partner statunitensi.
Il coordinamento internazionale
Allo stesso tempo, ha ammesso che l’Office of Space Commerce non ha ancora una politica di acquisto di dati verso fornitori internazionali, ma sarebbe utile che ci fosse e soprattutto che lo scambio di dati e informazioni non si svolgesse su base volontaria, ma all’interno di un sistema di gestione internazionale di coordinamento di tutte le attività Stm.
Come il traffico aereo
Il punto di vista è condiviso anche da Miguel Belló Mora, commissario per l’Aerospazio del Ministero per la Scienza e l’Innovazione del governo spagnolo. “Abbiamo bisogno urgente di un sistema di gestione del traffico spaziale, così come abbiamo un sistema per la gestione del traffico aereo” ha affermato durante il CompTIA Global Space Summit lo scorso 2 dicembre.
La scelta europea con conduzione spagnola
Bellò Mora ha inoltre auspicato che la Spagna, non appena il prossimo anno assumerà la presidenza dell’Ue, prenda l’iniziativa per “mettere a gestione del traffico spaziale come priorità numero per l’Europa” includendo tra le iniziative anche un summit per il prossimo autunno aperto alle nazioni non europee per assumere passi concreti nel più breve tempo possibile.
Il ruolo guida di alcuni paesi
“Se solo pochi paesi aderissero (ad un sistema di cooperazione per la gestione del traffico spaziale, ndr) sarebbe di grande aiuto” afferma Ole Morton, responsabile business development and innovation della Norsk Romesente, l’agenzia spaziale norvegese che cita quanto già la Federal Communications Commission sta facendo in materia, in particolare chiedendo che il deorbitamento dei satelliti avvenga entro 5 anni e non più 25 come in precedenza.