Quando si parla di sviluppo di tecnologie spaziali e relativo trasferimento tecnologico verso applicazioni di mercato non si può prescindere dalle specifiche, approfondite e interdisciplinari competenze che è necessario mettere in campo.
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Servono competenze trasversali
Si parla di decine di competenze trasversali che vanno dall’ingegneria aerospaziale all’elettronica, dall’informatica all’ottica, fino ad arrivare alle singole discipline in cui i dati satellitari possono essere applicati e con le quali i dati satellitari si devono integrare in maniera organica per essere davvero utili, apportando innovazione e fornendo reali benefici.
È ormai chiaro che i settori in cui le tecnologie spaziali possono essere applicate sono innumerevoli, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche e peculiarità: risulta, di conseguenza, estremamente complesso riuscire a individuare delle competenze spaziali generiche.
Davanti a questo scenario caratterizzato da enormi prospettive di crescita e da una altrettanto imponente richiesta di competenze è fondamentale offrire percorsi di formazione che forniscano la necessaria disponibilità di personale competente a tutti i livelli.
Space education in Europa
Particolarmente interessante, in quest’ottica, è il rapporto “Space Education in Europe” (SCARICA QUI IL REPORT) elaborato da Espi (Educational Space Policy Institute) che fornisce un quadro di insieme dell’attuale panorama della Space Education.
Nel rapporto sono considerati tutti i percorsi di studio direttamente finalizzati a fornire competenze in campo spaziale: corsi di laurea, master, dottorati di ricerca e corsi minori (scuole stagionali, corso brevi, corsi online, ecc.). Le professionalità individuate possono essere riassunte in cinque macroaree: Ingegneria aerospaziale, Scienze spaziali, Scienze giuridiche economiche e sociali dello spazio, Applicazioni spaziali, Programmi multidisciplinari.
Ingegneria e scienze spaziali al top
A livello di corsi di laurea e master a livello europeo, l‘ingegneria aerospaziale e le scienze spaziali rappresentano la maggioranza dei programmi educativi spaziali, rispettivamente con il 36% e il 30% dell’offerta totale. Il 65% dei paesi ospita almeno un programma in entrambi i campi.
Dopo l’ingegneria aerospaziale e le scienze spaziali, con il 18% dell’offerta totale, si posiziona la macroarea multidisciplinare. Il numero di programmi multidisciplinari varia in modo significativo da paese a paese ma sono comunque distribuiti nel 69% degli Stati dell’unione.
I curricula relativi alle applicazioni spaziali rappresentano il 13% di tutti i programmi di laurea e master della Space Education e sono offerti nel 65% dei paesi. La macroarea delle scienze giuridiche, economiche e sociali rappresenta, infine, solo il 2% di tutti i corsi disponibili.
I dottorati di ricerca dedicati allo Spazio
A livello di percorsi di ricerca post-laurea, i dottorati di ricerca sono focalizzati per il 63% sulle scienze spaziali, per il 16% sull’ingegneria aerospaziale, per l’11 % sulle applicazioni spaziali, per il 6% sulla multidisciplinarietà e per il 4% sulle scienze giuridiche, economiche e sociali.
La Space education in Italia
La situazione italiana in campo Space Education risulta caratterizzata da corsi di laurea più generali (in cui, cioè, i temi spaziali vengono affrontati come singoli corsi all’interno di altri percorsi di studi) e master più specializzati. I master in campo spaziale sono infatti il 43% del totale mentre i corsi di laurea specifici rappresentano solo il 17% dell’offerta formativa totale in questo campo.
Anche in Italia l’ampia maggioranza della formazione è comunque focalizzata nella macroarea dell’ingegneria aerospaziale e, a seguire, quella delle scienze spaziali, quella multidisciplinare e quella delle applicazioni spaziali. Risultano completamente assenti, invece, percorsi di studio specifici nella macroarea delle scienze giuridiche, economiche e sociali dello spazio.
I dati indicano un modello di formazione in campo spaziale ancora molto focalizzato sulla formazione specifica incentrata su singole discipline o aree tematiche per lo più tecnico/scientifiche a fronte di un mercato che, in maniera sempre più evidente, necessita di competenze trasversali e interdisciplinari.
Competenze che permettano di gestire agilmente le tecnologie e i dati spaziali e coniugarli/applicarli nei singoli campi anche non legati alle scienze ingegneristiche, tecnologiche, matematiche e fisiche (Stem) quali agricoltura, architettura, archeologia, giurisprudenza, gestione delle risorse naturali e molti altri.
Le sfide europee
Espi, nel suo rapporto, evidenzia come l’implementazione di un modello di formazione in grado di soddisfare a 360 gradi le esigenze del settore costituisca una delle principali sfide per il sistema europeo di educazione spaziale.
È necessario incentivare e perseguire un modello capace di adattarsi tempestivamente allo sviluppo delle tecnologie, da una parte, e di creare interconnessione tra il settore spaziale e innumerevoli altri domini, dall’altra. Deve essere un modello di formazione interdisciplinare che possa rafforzare le sinergie tra diversi ambiti di ricerca e di applicazione, che stimoli collaborazioni e partenariati tra mondo della formazione, mondo della ricerca, istituzioni e mondo imprenditoriale.
Un modello che sia in grado, infine, di svilupparsi anche oltre l’istruzione universitaria raggiungendo tanto i professionisti quanto le scuole superiori e professionali con programmi di formazione finalizzati alla creazione di nuovi profili professionali a cavallo tre il settore spaziale e gli specifici settori di applicazione.
La formazione, in definitiva, è un tassello indispensabile per la reale diffusione e applicazione delle tecnologie spaziali e satellitari in quanto unica vera strada per fornire su larga scala le competenze richieste a supportare il trasferimento tecnologico dalle attività sperimentali di ricerca alle relative applicazioni in campo business.