Le transazioni finanziarie e le operazioni industriali del settore aerospaziale e della Difesa hanno rallentato nel primo semestre del 2022 e si prevede che nella parte restante dell’anno l’atteggiamento degli operatori sarà perlomeno prudente, con acquisizioni e opportunità che potrebbero riguardare solo alcuni business e non certo di prima grandezza.
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Acquisizioni e scambi al palo
Lo pensa la PricewaterhouseCoopers (PwC), tra le più grandi società di consulenza al mondo, analizzando i valori in borsa delle aziende del settore e l’atteggiamento sia delle imprese che delle agenzie di regolazione. I numeri forniti sono eloquenti: nel primo semestre il valore delle operazioni (palesi e non, in tutto 90) è stato di 5,3 miliardi di dollari e il secondo trimestre è stato di un solo miliardo con scambi pari a 51 miliardi. Nel primo trimestre del 2021 era stato di 65 miliardi (con scambi a quota 170 miliardi) e in tutto l’anno di 116 miliardi con un picco nei volumi di 179 miliardi, poi sceso a 151 nel Q1 2022 e ridotto ad un terzo nel Q2.
La pandemia e le incertezze dominano
Al contrario dunque di quello che ci si poteva attendere dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’industria aeropaziale e della difesa non ha avuto un impulso positivo quanto duraturo e, dopo i rally dei primi giorni, le quotazioni si sono sgonfiate e il volume delle transazioni è rallentato confermando la tendenza “pandemica” degli ultimi 2 anni e mezzo, ovvero di sostanziale stagnazione dovuta alle incertezze innescate dalla scoppio della pandemia di covid-19 e che neppure un’opportunità come quella rappresentata dal rilancio degli armamenti è riuscita a invertire.
La prudenza sui consolidamenti
Secondo PwC, più che entusiasmati dall’incremento delle spese per la Difesa (in Germania hanno raggiunto il 2% del Pil) per le crisi in Ucraina e nell’Estremo Oriente, gli operatori sono preoccupati dalle incertezze geopolitiche che queste crisi stanno causando, soprattutto sulla parte commerciale dell’aerospazio. Un segnale forse negativo dal punto di vista del business, ma che dimostra quanto la parte civile della space economy sia diventata importante e per essa gli operatori intravvedano opportunità superiori a quelle derivanti dai conflitti. E per quanto in Europa vi sia spazio per un riassetto e un consolidamento dell’industria, l’atteggiamento delle agenzie che regolano il mercato e la concorrenza si mantiene molto prudente sul fronte delle fusioni e delle acquisizioni.
Operazioni significative congelate, tranne una
A soffrire di più sono le cosiddette Spac (Special Purpose Acquisition Company) che, a fronte di transazioni pari a 20 miliardi di dollari nel 2021, si sono nettamente raffreddate segnalando un rallentamento della raccolta di denaro in borsa per operazioni nel settore aerospaziale. Si sono raffreddate anche potenziali acquisizioni, come quelle di Spirit da parte di Frontier o JetBlue e quella tra Lockheed e Aerojet Rocketdyne. L’unica eccezione segnalata è quella che coinvolge D-Orbit che ha in corso un’operazione di fusione con Breeze Holdings per un valore pari a 1,2 miliardi di euro. Non a caso è lo Spazio a raccogliere il maggior interesse insieme ad altre attività di secondo piano che riguardano i cosiddetti Fbo (fixed-base operator) e Mro (Manteinance Repair and Operations), ovvero i servizi aeroportuali grazie alla vertiginosa ripresa del traffico aereo.
Le stagnazione destinata a proseguire
Tali tendenze, da quello che si può ricavare dal report di PwC, riguardano in particolare Nordamerica e Europa, ovvero mercati dove la space economy è più “civilizzata”. “Vediamo di fronte sfide continue per i valori e il volume degli scambi per l’Aerospazio e la Difesa. Nonostante le tensioni globali che si svolgono ad alti livelli, la realizzazione di operazioni significative di consolidamento sarà tenuta in sala d’attesa dagli enti regolatori statunitensi” ha dichiarato Bob Long, leader all’interno di PwC per lo US Aerospace and Defence Deals. Nondimeno, anche in Europa operazioni importanti che riguardano lo Spazio sono sotto prolungata analisi come quelle tra Viasat e Inmarsat e tra Eutelsat e OneWeb.