L’India aprirà il settore dello spazio alle società private, anche straniere, segnando una vera e propria svolta per la space economy del grande e popoloso paese asiatico che aveva finora affidato e riservato il permesso di operare in questo settore unicamente all’agenzia spaziale di stato Isro (Indian Space Research Organization). L’annuncio è arrivato dal numero uno in persona della stessa Isro, S Somanath (nella foto con il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, e il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia), a margine della 26ma convocazione da parte della Karunia University nel corso della quale il rettore Paul Dinakaranan ha conferito a lui e al professor Colin Prince, capo degli Environment Studies presso la Tel Aviv University in Israele, il titolo di dottorato honoris causa.
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Private al 100% se indiane, al 70% se straniere
La svolta rientra nel piano delle riforme che il governo indiano sta mettendo in campo per liberalizzare alcune attività strategiche del paese dando al sistema economico indiano nuove opportunità di crescita economica ed imprenditoriale, anche attraverso gli investimenti stranieri. L’obiettivo di Nuova Delhi nel caso specifico è rafforzare le proprie attività nello spazio e tutta la space economy creando un ecosistema di industrie e start-up e stabilendo collaborazioni pubblico-privato o anche lasciando che le aziende si muovano in piena autonomia. Il pacchetto predisposto dall’esecutivo indiano prevede infatti che le nuove società dedicate allo spazio possano essere private al 100% mentre, nel caso facciano capo ad investitori esteri, c’è il limite del 70% e l’obbligo di approvazione da parte del Isro secondo lo schema Fdi (Foreign Direct Investment) previsto dal governo dell’India nel suddetto pacchetto di riforme.
I programmi in essere dell’Isro
S Somanath ha anche risposto in merito a programmi specifici portati avanti dall’ente che dirige come il lancio di un piccolo veicolo per satelliti, previsto per la fine di luglio o l’inizio di agosto. Il numero uno dell’Isro ha detto anche che Gaganyaan – il programma per portare per la prima volta un uomo dell’India in orbita – va avanti come preventivato e sta affrontando il tema di come ricondurre i tre astronauti previsti per la missione sulla Terra in sicurezza. Somanath ha anche annunciato che l’Isro ha un piano di assunzioni e rinnovamento del personale e ha confermato che è stata identificata un’area di 2.000 acri (oltre 800 ettari) per la nuova base di lancio di Kulasekharapatnam, nel Tamil Nadu, che dovrebbe essere ultimata in due anni.
La space economy ha bisogno non solo di specialisti
Rivolgendosi infine agli studenti universitari, il capo dell’Isro ha detto che la ricerca spaziale non ha bisogno solo di specialisti, ma di professionisti che ragionino oltre i recinti, riconoscendo le interconnessioni tra le varie discipline e sviluppando capacità di risoluzione dei problemi. In questo modo ha ribadito la convinzione espressa da molti altri esperti del settore e cioè che la space economy è un settore sempre più multidisciplinare, che ha sì bisogno di specializzazioni elevate, ma anche di figure capaci di attraversare e creare legami tra varie discipline, non solo quelle scientifiche in senso stretto.