L’operatore satellitare francese Eutelesat ha annunciato di aver firmato “un memorandum d’intesa” per fondersi con il britannico OneWeb: si tratta di un’operazione destinata a creare un gigante nella corsa per Internet dallo spazio contro Starlink dell’americana SpaceX . Dopo aver annunciato ieri di aver “avviato discussioni in vista di una possibile fusione” con OneWeb, di cui è già azionista al 23%, Eutelsat ha confermato oggi che gli azionisti delle due società deterranno ciascuno il 50% delle azioni del futuro gruppo nato dalla fusione.
La fusione andrà a creare una nuova società capace di fare concorrenza a Starlink e Kuiper nel settore emergente delle reti internet satellitare a larga banda. La notizia dei colloqui è stata battuta dall’agenzia Reuters sabato 23 luglio ha trovato conferma nel comunicato successivo diramato da Eutelsat, nel quale si confermavano “discussioni con gli altri azionisti in OneWeb riguardo una combinazione completa delle partecipazioni per creare un leader globale nella connettività con attività Geo/Leo” complementare”.
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Una fusione paritaria
Il comunicato afferma che “la transazione rappresenterebbe un passo successivo logico nella collaborazione di successo tra Eutelsat e OneWeb, iniziata con l’investimento in OneWeb nell’aprile 2021” con il quale ha conquistato il 23% del capitale. La nota spiega anche i termini della trattativa che porterebbe ad una fusione formalmente paritaria. “Secondo i termini della transazione che si sta discutendo, gli azionisti di Eutelsat e OneWeb manterrebbero ognuno il 50% delle azioni combinate del gruppo. La transazione sarebbe strutturata come una contribuzione da parte degli azionisti di OneWeb in Eutelsat in cambio di azioni di Eutelsat di nuova emissione”.
Le presenze e gli interessi statali
La questione tuttavia è assai più complessa per le tematiche politiche che essa implica. Eutelsat infatti è detenuta al 20% dal governo francese attraverso la Banque Publique d’Investissement e il governo britannico ha il 19,3% di OneWeb il cui azionista maggiore è la Bharti Enterprises (38,6%), seguito dalla stessa Eutelsat (22,9%). Francia e Regno Unito considerano i loro investimenti strategici, con due ottiche diverse. Londra vede in OneWeb uno dei suoi asset fondamentali per la propria sovranità nello spazio che, dopo la Brexit, non ricade più sotto l’ombrello dell’Unione Europea, ma sempre di più verso quelli la FVEY o Anglo Five Eyes. I britannici hanno inoltre paventato l’uscita dal progetto Copernicus che creerebbe un ammanco sul budget del progetto di 750 milioni di euro.
Le tematiche strategiche e di intelligence
Come è noto la FVEY, un accordo di intelligence tra i paesi anglofoni (Usa, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda) in base al quale è stato sviluppato anche Echelon, un sistema di sorveglianza globale il cui ruolo suscita comprensibili sospetti. Oggetto della trattativa tra Eutelsat e OneWeb sarebbe il mantenimento da parte del governo britannico di una golden share, di un potere di veto che, oltre a bloccare eventuali trasferimenti di proprietà, potrebbe essere esercitato per tutelare gli interessi della FVEY. Dall’altro lato, l’obiettivo di Parigi è spingere Bruxelles a fare di Eutelsat il nucleo della rete satellitare Internet dell’Unione Europea. Combinare queste due esigenze non sarà facile.
La situazione di OneWeb
Alquanto diverse anche le situazioni finanziarie. OneWeb ha una valutazione di 3,4 miliardi di dollari, non è quotata in borsa, è fresca da un regime di amministrazione controllata e ha alle spalle altri investitori industriali come Hughes Network Systems, il chaebol coreano Hanwha e la giapponese SoftBank. Con la crisi Ucraina, ha rischiato di vedere impantanato il proprio piano di lanci basato sui Soyuz, ma ha ovviato velocemente affidandosi alla Isro e persino alla concorrente SpaceX per sostenere il programma che dovrebbe portarla ad avere 648 satelliti in orbita entro la fine del 2022. Ora è al 66% con 428 satelliti. Secondo gli analisti, ha però bisogno di 2-3 miliardi di dollari per implementare il piano successivo per il quale ha già un accordo di lanci con Relativity Space.
Eutelsat nel guado dei conti
Eutelsat invece ha un valore di 2,4 miliardi di euro, un debito che supera i 3 miliardi e un bilancio che ha visto calare fatturato, margini e flusso di cassa. Alla conduzione dall’inizio dell’anno è stata chiamata Eva Berneke al posto di Rodolphe Belmer. Nel suo capitale è presente con un 5% il fondo sovrano China Investment Corporation che è il suo quarto investitore. Le voci e poi l’annuncio ufficiale da parte di Eutelsat dell’esistenza della trattativa hanno fatto crollare il titolo sulla borsa di Parigi: dai 10,41 euro del 22 luglio è passato ad un minimo di 8,51 raggiunto il mattino del 23 mantenendosi poco sopra. Secondo gli analisti, l’accordo ha molte criticità formali. Il numero 10 di Downing Street (che è ancora in attesa di un inquilino dopo l’addio di Boris Johnson) ha inoltre il problema di non vedersi scappare il controllo di un grosso attore delle telecomunicazioni visto che è in via di completamento l’acquisizione di Inmarsat da parte di Viasat per 7,3 miliardi di dollari.
Le voci sui termini della trattativa
Secondo il Financial Times, la nuova società che avrebbe origine dalla fusione di Eutelsat e OneWeb vedrebbe il governo di Londra e Parigi entrambi al 10% con un posto ciascuno al consiglio di amministrazione, la Bharti Mittal vedrebbe la propria partecipazione dimezzata al 18%, ma con un ruolo speciale che probabilmente vuol dire potere di voto superiore alla quota. Quanto alla sovranità, la Gran Bretagna manterrebbe il suo potere di veto, tutelato anche attraverso l’NSI Act, il mentre non è chiaro se il quartiere generale rimarrebbe a Londra o invece si trasferirebbe a Parigi. Si parla di garanzie per entrambi, ma non è chiaro in quale forma. I prossimi giorni saranno chiarificatori. La nota di Eutelsat afferma: “Non c’è alcuna sicurezza che tali discussioni avranno come risultato un qualsiasi accordo. Eutelsat informerà il mercato non appena di saranno sviluppi di qualsiasi tipo”.