L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha il bilancio in ordine. La Corte dei Conti ha infatti reso noto il 28 giugno scorso, attraverso la Sezione del Controllo sugli Enti, la determinazione n. 57 del 26 maggio 2022 intitolata ‘Determinazione e Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Agenzia Spaziale Italiana A.S.I.’. Con il documento di 82 pagine, via Mazzini fornisce, accanto ad alcune indicazioni, la propria approvazione alla gestione dell’ente pubblico che, come è noto, promuove, sviluppa e diffonde la ricerca scientifica e tecnologica applicata in ambito spaziale e aerospaziale, operando su piani triennali di attività, coerentemente sia con gli indirizzi di Governo e Parlamento sia con i programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
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Indici finanziari tutti positivi
La magistratura contabile ha constatato un avanzo finanziario di competenza di 230 milioni (+13% rispetto ai 203 del 2019), un avanzo di amministrazione di 706 milioni (+49%) e un risultato economico positivo per 111 milioni (oltre il doppio dei 52 del 2019). Il patrimonio netto è cresciuto da 679 a 790 milioni (+16%) e le entrate da trasferimenti correnti sono state di oltre 1 miliardo di euro (+9%). Buone notizie anche per voci più specialistiche come i residui attivi (fermi a 75 milioni) e quelli passivi, scesi da 316 a 290 milioni (-8%). Infine, le disponibilità liquide raggiungono quota 921 milioni di euro, in notevole crescita (+29%) rispetto al 2019.
Le criticità di Cira e del Mur
Accanto ai numeri positivi non mancano le criticità. La prima riguarda le partecipazioni indirette del Centro di Ricerche Aeropaziali (Cira) per le quali l’Asi aveva già chiesto un percorso di razionalizzazione. La Corte dei Conti sottolinea l’esigenza che questo iter sia completato (con particolare riferimento alla liquidazione delle quote in Aspen Avionics) e che Cira è in ritardo sul termine precedentemente fissato del 31 ottobre 2021. La magistratura contabile ha anche sottolineato come il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) sia in ritardo di ben 18 anni sull’applicazione del decreto legislativo n. 128 del 2003 che prevede un aggiornamento dei criteri di valutazione e degli indicatori di risultato. La loro implementazione, anche con un sistema minimo – ricorda la Corte – permetterebbe di classificare l’intero budget annuale apprezzando in modo più agevole i risultati della gestione nel rispetto degli indirizzi formulati dal Governo. Un modo formale e gentile per dire che il Mur deve fornire al più presto strumenti che permettano una più puntuale valutazione governativa e parlamentare del rapporto tra gli investimenti e i risultati.