SpaceX prosegue imperterrita nell’allargamento della propria costellazione Starlink a bassa orbita con il lancio di altri 47 satelliti portando a 2.234 la quota totale in vista del primo obiettivo di 4.400 e quello finale di 42mila grazie ai 12mila di prima generazione e ai 30mila di seconda. Il lancio, il sesto del programma dall’inizio dell’anno, è avvenuto ieri dalla piattaforma 39A dello Space Center della Nasa a Cape Canaveral con un razzo Falcon 9 il cui booster è successivamente rientrato atterrando sulla nave drone che lo attendeva nell’Oceano Atlantico, al largo della Florida.
Attualmente i satelliti funzionanti, fornendo i propri servizi a 29 paesi, sono però 1.945 (gli altri sono prototipi o esemplari non più in servizio) tra cui i 50 che SpaceX ha piazzato sopra l’Ucraina dopo specifica richiesta a Elon Musk da parte del vice primo ministro ucraino Mikhailo Fedorov. La società di Hawthorne ha contestualmente fatto arrivare nel paese che sta subendo il tentativo di invasione da parte della Russia alcuni kit di ricezione composti da un ricevitore ed una piccola antenna parabolica. Fedorov ha ringraziato Musk e ha postato su Twitter le foto degli impianti già installati accanto alla torre di comunicazione della tv di Kiev colpita dai missili russi.
Fedorov ha poi lanciato un’altra richiesta a produttori come Honda, Champion Generator e Duromax di fornire generatori di corrente per alimentare i sistemi di ricezione suscitando di nuovo la risposta di Musk. “Pannelli solari e batterie ricaricabili sono migliori dei generatori – ha ritwittato il Tycoon di Tesla e SpaceX – poiché non rilasciano nessuna traccia di calore o fumo e non finiscono il carburante”. Il ministro ucraino ha apprezzato il suggerimento e ha rilanciato: “Ci aiuterai a ricostruire l’Ucraina con il solare?”. Musk ha risposto “L’energia solare funziona meglio di quanto si possa pensare” e ha anche consigliato di posizionare i kit di ricezione di Starlink all’interno di veicoli alimentandoli con la presa dell’accendisigari. Non è chiaro se dalla California partiranno anche pannelli fotovoltaici alla volta dell’Ucraina.
Quel che è sicuro è che l’iniziativa del “divino” ha indispettito parecchio Mosca e il capo dell’agenzia spaziale e aerea russa Roscomos, Dmitry Rogozin. Si è così rinfocolato un confronto diretto che si era avviato già prima della richiesta di Fedorov. Rogozin aveva infatti paventato la possibilità che la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) potesse precipitare su Usa e Europa senza i sistemi di propulsione russa che provvedono a guidarlo in orbita. Per tutta risposta, Elon Musk aveva proposto i suoi razzi Dragon in sostituzione di quelli di Mosca. Per l’occasione il numero uno di Roscomos ha minacciato SpaceX di interrompere i rapporti che riguardano i voli commerciali.
Nei giorni scorsi c’è stato già l’annuncio dell’interruzione dei lanci delle Soyuz dalla Guiana francese, base prediletta per i programmi spaziali europei. La Nasa intanto ha detto che, per il momento, continuerà ad utilizzare le capsule Soyuz per riportare i propri astronauti a casa dalla Iss. Il prossimo dei quattro presenti in orbita a tornare sulla Terra sarà Mark Vande Hei il 30 marzo venturo. Ma se queste circostanze riguardano il dietro le quinte delle vicende di questi giorni, la possibilità da parte del governo e dei cittadini ucraini di comunicare con il resto del mondo grazie a Starlink è fonte di irritazione per la Russia poiché fornisce ai propri avversari un formidabile quanto capillare strumento di propaganda che nessun esercito può neutralizzare.