La Russia conta sulla Cina per controbilanciare gli effetti delle sanzioni da parte dei paesi occidentali per le proprie attività spaziali, ma Pechino sembra essere poco intenzionata, o quantomeno cauta, nell’offrire a Mosca una sponda favorevole mentre la Roscomos (Rossijskoe aviacionno-kosmičeskoe agentstvo ovvero Agenzia russa per l’aviazione e lo spazio) subisce l’attacco di del gruppo Nb65 affiliato ad Anonymous. Secondo il più famoso gruppo di hacker mondiale, a causa di questa incursione informatica “la Russia non ha più il controllo sui propri satelliti spia”.
La scorsa settimana Dmitry Rogozin, capo della Roscomos, nel corso di una conferenza stampa del 26 febbraio scorso (2 giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina) aveva dichiarato che le sanzioni imposte dalle nazioni occidentali potrebbero avere degli effetti sui programmi spaziali russi, in particolare per la microelettronica. Allo stesso tempo, ha dichiarato all’agenzia Tass di aver costituito una commissione che ha lo scopo di avviare negoziazioni con la Cina per stabilire attività di coordinamento e mutuo supporto tecnico riguardo alle missioni nello spazio profondo.
Pechino, almeno ufficialmente, ha risposto in modo assai tiepido seguendo quella che è la sua linea politica sul conflitto: astenersi dal definirlo un’invasione invocando comunque sanzioni contro Mosca nel tentativo di non essere considerata ufficialmente sua alleata, subendo tutte le conseguenze del caso, prima fra tutte, l’impossibilità di accedere al sistema finanziario americano e di altri paesi occidentali con i quali intrattiene fitti rapporti commerciali. “La Cina e la Russia sono partner strategici che si coordinano su molti temi. Le nostre relazioni si distinguono per il loro carattere di non alleanza e di non antagonismo e per il non identificare obiettivi in terze parti qualsiasi. Decidiamo sulle nostre posizioni e le nostre linee sempre in base al merito delle singole questioni” ha dichiarato il portavoce esteri cinese, Wang Wenbin.
Da un lato Rogozin esalta i rapporti con il Dragone – “Abbiamo eccellenti relazioni con la Cina e risolveremo questi problemi” – ripostando sul suo profilo Twitter le foto con Wang Yang, uomo politico di spicco cinese e dell’incontro del 2017 nel quale i due stati discussero di spazio, aviazione ed energia nucleare. Dall’altra parte si usa un linguaggio alquanto diplomatico che dice soprattutto che cosa la Russia non è in questo momento per Pechino tenendola a debita distanza. Sta di fatto che tra i due paesi la lontananza in campo aerospaziale è diminuita con il crescere dell’escalation militare russa, dall’invasione della Crimea nel 2014 in poi. Ulteriore fattore di avvicinamento sono stati la politica spaziale sempre più autocratica da parte della Cina e il crescente distacco della Russia dai programmi stabiliti con la Nasa, l’Esa e le altre agenzie spaziali occidentali.
Proprio infatti quando la Russia non ha risposto all’appello di Joe Biden per protrarre al 2030 le missioni legate alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) – dove si trovano tutt’ora due astronauti russi insieme ad un europeo e quattro statunitensi – la Cina ha offerto a Mosca la possibilità di cooperare ai programmi Chang’e-6 e Chang’e-7, ad un centro dati per la Luna e infine per la International Lunar Research Station e una base di ricerca robotizzata nei pressi del Polo Sud lunare. Sembra inoltre definitivamente tramontata la collaborazione con la Nasa per la missione russa Venera-D sul pianeta Venere dopo diversi ritardi. Contemporaneamente, l’acuirsi della competizione per lo spazio ha inasprito anche le relazioni Usa-China proprio in questo campo.
L’Arms Export Control Act e l’Export Administration Act approvati in gennaio fissano sanzioni da parte del Dipartimento di Stato statunitense per le industrie attive nel settore aerospaziale e degli armamenti che hanno rapporti con i principali contraenti cinesi ovvero la China Aerospace Science and Technology Corporation (Casc) e la China Aerospace Science and Industry Corporation (Casic). Raffreddamento ulteriore si registra anche sul versante Europeo. Rogozin stesso ha annunciato che la Roscomos sospenderà le attività di cooperazione che riguardano il lancio di razzi dalla Guiana Francese mentre l’Esa ha affermato come “molto improbabile” che la missione ExoMars sarà lanciata, come previsto, a settembre, a causa sia delle sanzioni sia del più ampio contesto che riguarda l’invasione dell’Ucraina.
Nel frattempo l’India sembra approfittare della situazione. Ufficialmente si astiene dal criticare la Russia sull’invasione dell’Ucraina e, oltre a non essersi allineata al mondo occidentale sulle sanzioni, non ha annunciato alcun ripensamento sugli accordi segreti stabiliti lo scorso dicembre con Mosca proprio nel settore aerospaziale. Tra le voci contenute nell’intesa ci sarebbero il volo umano, la navigazione satellitare e altro ancora. L’India non è certo la Cina, sia per capacità economica sia tecnologica, dunque la Russia avrebbe molto da dare e poco da prendere, ma avrebbe comunque il modo di condividere gli oneri di programmi il cui conseguimento diventa sempre più difficile.