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Turismo spaziale: lusso per pochi o futuro per tutti?



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SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic stanno ridefinendo i confini dell’esplorazione umana, trasformando lo spazio in una destinazione turistica. Ma quanto è accessibile, soprattutto a livello di costi?

Pubblicato il 18 mar 2025



space economy – Spazio – razzo

Il turismo spaziale, un tempo sogno relegato ai libri di fantascienza, è oggi una realtà in espansione, guidata da pionieri come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic. Queste aziende stanno ridefinendo i confini dell’esplorazione umana, trasformando lo spazio in una destinazione turistica. Ma a che punto siamo davvero? È un lusso riservato a pochi privilegiati o un futuro accessibile a molti? Analizziamo i costi attuali, i primi voli commerciali e le prospettive a lungo termine, con dati aggiornati al marzo 2025.

I protagonisti del turismo spaziale

SpaceX, fondata da Elon Musk, ha rivoluzionato il settore con il suo razzo Falcon 9 e la capsula Crew Dragon. Nel settembre 2021, la missione Inspiration4 ha segnato una pietra miliare: il primo volo orbitale interamente civile, con quattro privati cittadini che hanno trascorso tre giorni nello spazio. Blue Origin, guidata da Jeff Bezos, si concentra invece sui voli suborbitali con il razzo New Shepard, offrendo pochi minuti di microgravità e viste mozzafiato della Terra. Virgin Galactic, sotto la direzione di Richard Branson, utilizza il suo spazioplano VSS Unity per esperienze suborbitali simili, con il primo volo commerciale completato nel giugno 2023.

Queste aziende rappresentano approcci diversi: SpaceX punta all’orbita e oltre, Blue Origin e Virgin Galactic si focalizzano su viaggi più brevi e “accessibili”. Ma quanto accessibili sono davvero?

Costi attuali: un biglietto per milionari

Il turismo spaziale è, per ora, un privilegio per pochi. Virgin Galactic vende biglietti a 450.000 dollari a posto, con un deposito iniziale di 150.000 dollari. I suoi voli suborbitali, della durata di circa un’ora, offrono 4-5 minuti di assenza di gravità. Blue Origin non rende pubblici i prezzi esatti, ma un’asta per un posto sul volo inaugurale del 2021 ha raggiunto i 28 milioni di dollari, anche se stime più recenti suggeriscono costi tra 500.000 e 1,3 milioni di dollari per passeggero. SpaceX, invece, opera su una scala diversa: un volo orbitale, come quelli verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), costa circa 55 milioni di dollari a persona, secondo i dati della NASA per le missioni commerciali del 2024.

Questi prezzi riflettono un mercato elitario. Secondo un rapporto di UBS del 2023, solo 1,78 milioni di persone al mondo hanno un patrimonio netto superiore a 10 milioni di dollari, il target principale di queste esperienze. Per fare un confronto, il costo di un volo Virgin Galactic equivale a una villa di lusso, mentre un viaggio con SpaceX supera il prezzo di un jet privato di fascia alta.

Primi voli commerciali: successi e promesse

Il 2023 è stato un anno cruciale. Virgin Galactic ha inaugurato il suo servizio commerciale con “Galactic 01”, seguito da voli mensili che hanno trasportato turisti paganti, tra cui vincitori di concorsi e milionari. Blue Origin ha completato sei voli con passeggeri dal 2021, con l’ultimo lancio nel 2024 che ha incluso cittadini internazionali, ampliando la sua base clienti. SpaceX, oltre a Inspiration4, ha collaborato con Axiom Space per missioni come Ax-3 (gennaio 2024), portando privati all’ISS per soggiorni di 10 giorni.

Questi voli dimostrano che il turismo spaziale è operativo, ma limitato. Virgin Galactic prevede di raggiungere 125 voli annuali con il nuovo spazioplano Delta entro il 2026, trasportando 750 passeggeri all’anno per un fatturato stimato di 450 milioni di dollari. Blue Origin punta a incrementare la frequenza, mentre SpaceX guarda a missioni più ambiziose, come il volo lunare del miliardario Yusaku Maezawa, previsto per il 2025 con Starship.

Prospettive a lungo termine: verso l’accessibilità?

Il futuro del turismo spaziale dipende dalla riduzione dei costi, un obiettivo che tutte e tre le aziende stanno perseguendo. SpaceX è all’avanguardia con i razzi riutilizzabili: il Falcon 9 ha abbattuto i costi di lancio a circa 10 milioni di dollari per missione. Con Starship, capace di trasportare 100 passeggeri, Musk ipotizza un prezzo di 100.000 dollari a biglietto, un calo drastico rispetto agli attuali 55 milioni. Blue Origin e Virgin Galactic, con i loro sistemi riutilizzabili, mirano a rendere i voli suborbitali più economici, con stime che potrebbero scendere a 50.000-100.000 dollari entro il 2035, secondo analisti di mercato come Grand View Research.

Il mercato globale del turismo spaziale, valutato a 888,3 milioni di dollari nel 2023, è previsto crescere a un CAGR del 44,8% fino al 2030, raggiungendo quasi 40 miliardi, secondo Dimension Market Research. Questa espansione sarà trainata da innovazioni tecnologiche e dalla crescente domanda di esperienze uniche. Tuttavia, l’accessibilità di massa rimane lontana. Anche a 50.000 dollari, un volo suborbitale resterebbe fuori portata per la maggior parte delle persone, paragonabile al costo di un’auto di lusso.

Sfide e opportunità

Oltre ai costi, ci sono altre barriere. L’impatto ambientale dei lanci, con emissioni di CO2 e fuliggine, è sotto scrutinio: 400 voli annuali di Virgin Galactic potrebbero avere un effetto climatico significativo. La sicurezza è un’altra questione: incidenti come quello del VSS Enterprise nel 2014 ricordano i rischi. Eppure, le opportunità sono enormi. Progetti come hotel orbitali (es. Aurora Space Station di Orion Span) o ascensori spaziali (Obayashi Corporation) potrebbero rivoluzionare il settore, rendendo lo spazio una destinazione più comune.

Conclusione: lusso oggi, possibilità domani?

Oggi il turismo spaziale è un lusso per pochi, un simbolo di status per milionari e visionari. Ma le traiettorie di SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic suggeriscono un futuro in cui lo spazio potrebbe diventare più accessibile. Non siamo ancora al punto in cui un volo suborbitale sarà come un biglietto aereo, ma la combinazione di tecnologia riutilizzabile, competizione e investimenti privati sta aprendo la strada. Per ora, guardare la Terra da 100 chilometri di altezza rimane un sogno costoso, ma forse, tra vent’anni, potrebbe essere una vacanza straordinaria per molti. Il cielo non è più il limite: è solo l’inizio.

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