C’è anche la Pianura Padana, con i suoi allevamenti zootecnici, tra le aree del mondo che emettono metano in maniera persistente. Il nord Italia è entrato nella lista stilata dai ricercatori dell’Università di Brema che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista “Atmosphere, Chemistry and Physics”.
I dati della missione Copernicus Sentinel-5P dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea) sono stati utilizzati per studiare e stimare le emissioni di metano in 217 località del globo allo scopo di arginare le emissioni inquinanti e migliorare la sostenibilità del Pianeta.
Oltre alla Pianura Padana, nella ricerca ci sono i grandi giacimenti del bacino del Permiano negli Stati Uniti, quelli carboniferi della Slesia (Polonia) e del Turkmenistan e anche le grandi aree umide del pianeta come il delta interno del Nilo Bianco nel Sudan del Sud.
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Fonti di metano
Lo studio dell’ateneo tedesco si è concentrato sulle fonti che emettono metano gradualmente nel tempo, in contrasto con i “super-emettitori” (tipicamente le attività di estrazione di petrolio e gas, le miniere di carbone o le discariche mal gestite) che rilasciano quantità sproporzionatamente grandi di metano, ma non in modo continuativo.
Mappare i gas
Sentinel-5P, frutto di una stretta collaborazione tra l’Esa, la Commissione europea, l’Ufficio spaziale dei Paesi Bassi e l’industria, trasporta lo strumento all’avanguardia Tropomi, utilizzato per mappare i gas traccia, tra cui il metano.
Lo studio si basa su un nuovo set di dati sulla concentrazione di metano e su un algoritmo sviluppati dall’Università di Brema nell’ambito del progetto sui gas serra dell’Esa Climate Change Initiative, nonché sui progetti Esa Earth System Science Hub, Methane Camp e Smart-Ch4.
Unicità di Sentinel-5P
Secondo Claus Zehner, responsabile della missione Sentinel-5P dell’Esa, “Sentinel-5P è attualmente l’unico satellite che consente di rilevare quotidianamente fonti di metano su scala globale”.
I ricercatori hanno analizzato le concentrazioni di metano (parti per miliardo) per il periodo 2018-2021. Una località è stata classificata come potenziale emettitore persistente se i livelli di metano erano costantemente più alti rispetto all’area circostante.
4 anni di ricerche
Uno degli autori dello studio, Michael Buchwitz, senior scientist dell’Università di Brema, ha spiegato che “l’obiettivo non era identificare eventi specifici, in cui il metano viene rilasciato solo per un breve periodo di tempo. Invece, l’obiettivo era identificare fonti che emettono quasi continuamente durante i quattro anni analizzati. Ciò include fonti naturali come le zone umide, ma anche aree di estrazione del carbone o grandi giacimenti di petrolio e gas”.
Le zone umide sono le fonti naturali più importanti di metano, poiché i microbi presenti nel suolo delle zone umide emettono alti livelli di gas.