Come un “telefono” interstellare che dallo Spazio chiami la Terra. Un sistema di comunicazioni unico e innovativo messo a puntoda un team di ricerca dell’Università di Padova, coordinato dal professor Paolo Villoresi, del Dipartimento di ingegneria dell’informazione.
L’ateneo rende noto che di recente i risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nella rivista “Physical Review Research”, dell’American Physical Society. Si tratta di uno studio dove si propone un sistema di comunicazione che una sonda lanciata dalla Terra può utilizzare per trasmettere le osservazioni svolte durante il passaggio intorno all’eso-pianeta Proxima Centauri B.
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C’è vita nell’Universo?
Si tratta del sistema stellare più vicino al nostro, noto come alfa Centauri, ossia la stella principale della costellazione del Centauro, visibile nei cieli australi. Questo è un gruppo di tre stelle a circa 4,3 anni luce dal sole.
Questo studio rientra nel progetto internazionale “Star Shot”, supportato dal Breakthrough Initiatives, una fondazione privata con sede negli Usa, che finanzia progetti proprio nel tema della ricerca della vita nell’universo.
Nello studio del gruppo di scienziati dell’Università di Padova si indica come dimensionare il sistema ottico che invierà i messaggi luminosi con i dati, come realizzare effettivamente gli emettitori e, infine, con che protocollo trasmettere i dati considerando l’enorme distanza della sonda una volta raggiunto il pianeta, dalla Terra.
Sonda a forma di vela
Questa distanza è di circa 40 milioni di miliardi di chilometri e rappresenta l’estremo dei sistemi di comunicazione finora considerati.
“Lo schema di comunicazione prevede l’invio di una sonda a forma vela, spinta da un potente fascio laser dalla Terra, e che può raggiungere il 20% della velocità della luce – spiega il professor Villoresi -. In questo modo compie la distanza fino a destinazione in vent’anni. Una volta su Proxima centauri B, utilizzando trasmettitori molto sottili e posti sulla superficie della vela, il messaggio viene trasformato in impulsi luminosi che costituiscono un fascio conico con una ampiezza molto ridotta”.
Squadra di scienziati
Lo studio è stato realizzato da ricercatori del Padua Quantum Technologies Research Center, diretto da Villoresi, un centro interdipartimentale dell’Università di Padova che ha lo scopo di formare dei team interdisciplinari che possono affrontare tematiche hardware ed interessanti facendo sinergia delle expertise complementari. In particolare, hanno operato esperti di comunicazione quantistica spaziale, di nano ottica e nanofabbricazione e infine di sistemi di telecomunicazione.