INNOVAZIONE

Dal mare allo Spazio, via al progetto SubSea



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L’Esa e l’Agenzia portighese stanno utilizzando i sottomarini per ricreare in orbita ambienti di isolamento e confinamento per studiare l’evoluzione dello stress e dell’umore sugli astronauti

Pubblicato il 23 dic 2024



Missione spaziale, missioni spaziali, lancio

I sottomarini stanno emergendo come una piattaforma di ricerca unica per studiare l’adattamento umano ad ambienti estremi, dalle profondità oceaniche allo spazio.

L‘Esa, l’Agenzia spaziale portoghese e la Marina portoghese stanno ora utilizzando queste imbarcazioni di esplorazione subacquea per ricreare le sfide dell’isolamento e della reclusione nello spazio.

Il primo equipaggio del progetto SubSea è tornato a riva dopo aver completato una spedizione subacquea di 60 giorni. Un team scientifico di università in Germania, Italia e Portogallo sta studiando come lo stress, l’umore e le dinamiche dell’equipaggio si evolvono tra 25 volontari confinati in spazi angusti, proprio come gli astronauti in lunghe missioni spaziali.

Nuove tecniche

I sottomarini riproducono l’isolamento, la reclusione e le sfide operative delle missioni spaziali, rendendoli ideali per studiare come queste condizioni influenzano i membri dell’equipaggio e per sviluppare strategie per aiutarli a far fronte a queste situazioni.

Le spedizioni sottomarine servono per testare nuove tecniche e raccogliere dati per migliorare le future missioni spaziali umane.

Per capire come corpo e mente si adattano durante la missione, gli scienziati hanno utilizzato questionari e raccolto campioni di capelli e saliva. I risultati li aiuteranno a tracciare i marcatori dello stress come il cortisolo, nonché a monitorare i cambiamenti nella salute immunitaria dell’equipaggio.

Resilienza umana

L’Esa (l’Agenzia spaziale europea) e i suoi partner internazionali utilizzano la Stazione spaziale internazionale da oltre due decenni per condurre centinaia di esperimenti, tra cui lo studio degli effetti dei voli spaziali sulla salute umana.

Sulla Stazione spaziale, gli astronauti sono esposti alla microgravità e alle radiazioni spaziali mentre vivono e lavorano in un ambiente confinato.

Stress e isolamento

L’astronauta dell’Esa, Andreas Mogensen, che ha recentemente trascorso sei mesi in orbita attorno alla Terra con la missione Huginn, ritiene che missioni come SubSea li aiutino a prepararsi alle numerose sfide fisiologiche e psicologiche dello spazio.

“La ricerca sulla vita e il lavoro in ambienti confinati, che siano sottomarini, nello spazio o in luoghi remoti sulla Terra, fornisce informazioni preziose su come gli esseri umani si adattano fisicamente e mentalmente all’isolamento e allo stress”, spiega Mogensen.

Future sfide

“Questi sforzi approfondiscono la nostra comprensione degli ambienti estremi e svolgono un ruolo cruciale nel preparare la comunità spaziale globale alle sfide delle future missioni sulla Luna, su Marte e oltre”, afferma Daniel Neuenschwander, direttore dell’esplorazione umana e robotica dell’Esa.

Competenza portoghese

“SubSea si allinea perfettamente con la crescente attenzione del Portogallo per le attività analogiche e la medicina spaziale”, afferma Ricardo Conde, presidente dell’Agenzia spaziale portoghese.

Il Portogallo ha diversi siti analoghi terrestri, come il vulcano Capelinhos e Barreiro da Faneca nelle Azzorre e le isole Selvagens a Madeira. Questi luoghi assomigliano alle condizioni che si trovano sulla Luna e Marte.

Sfruttando le sue risorse terrestri e marine uniche, il Portogallo si sta posizionando come un hub essenziale per la ricerca, l’innovazione e la formazione a supporto delle future missioni spaziali.

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