L’AUDIZIONE ALLA CAMERA

Confindustria, Marsiaj: “La legge sullo Spazio non deve complicare l’operatività delle imprese”



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Nell’accogliere positivamente il provvedimento al vaglio del Governo il delegato per l’aerospazio di Viale dell’Astronomia auspica regole pro-competitive: “Non vanno create barriere all’ingresso di nuove realtà”. Sul fronte delle licenze “ si dovrebbe considerare il modello francese e serve accesso semplificato per startup, università e centri di ricerca”. Determinante il coinvolgimento delle associazioni di categoria

Pubblicato il 4 dic 2024



space economy – Spazio – razzo

La space economy è ”un tema fondamentale per supportare la crescita economica del Paese” e in questa ottica ”la volontà di dotare l’Italia di un quadro normativo per le attività spaziali rappresenta un chiaro segnale dell’impegno politico e industriale del Paese per garantirsi un ruolo di primo piano nella nascente space economy. Questo percorso è condiviso e indispensabile per il futuro del Sistema Paese”. Così Giorgio Marsiaj, delegato di Confindustria per l’aerospazio, in audizione su Ddl spazio alla Camera.

Il rappresentante di Viale dell’Astronomia però sottolinea una serie di aspetti cruciali a partire dal fatto che la legge ”non deve ingessare o complicare l’operatività delle imprese o creare barriere all’ingresso di nuove realtà”.

Il ruolo delle associazioni di categoria

Marsiaj suggerisce di mantenere “la legge sui principi fondamentali e delegare i dettagli ad integrazioni successive. Queste integrazioni devono prevedere il coinvolgimento delle associazioni di categoria al fine di tenere conto del punto di vista industriale. Questa esigenza diventa ancora piu’ urgente considerando che nel 2025 e’ prevista la pubblicazione della legge europea. La dimensione europea, infatti, sara’ il contesto naturale in cui definire il futuro del settore aerospaziale italiano

Autorizzazioni sul modello francese

Marsiaj spiega che a livello di autorizzazioni, ”si dovrebbe considerare la possibilità di licenze generali da rilasciare agli operatori sul modello francese, e licenze per attività sperimentali, queste ultime per permettere, ad esempio, l’accesso semplificato allo spazio a startup, università, centri di ricerca o per attività di innovazione tecnologica potenzialmente dirompente. Inoltre, il processo di rilascio di licenza descritto è virtuoso ma sono da valutare gli impatti e la sostenibilità a lungo termine”.

Anche rispetto ai massimali assicurativi, Confindustria evidenzia che sono ”più alti rispetto ad altre normative europee ed ai requisiti richiesti per il rilascio dell’autorizzazione” e questo rischia di ”determinare uno svantaggio competitivo per gli operatori nazionali e per quelli che volessero stabilirsi in Italia e, al contempo, creare barriere per le startup intenzionate ad entrare nel settore”.

Fondo per la space economy

”Il Piano nazionale per l’economia dello Spazio, così come proposto nel disegno di legge, non si limiti a essere un ulteriore documento, ma integri in modo sinergico e complementare quelli esistenti’’, aggiunge Marsiaj. Così come “il proposto fondo per l’economia dello spazio, vista la dotazione piuttosto limitata, dovrebbe essere usato ”per coordinare risorse già esistenti o in fase di costituzione, oppure per rafforzare strumenti e iniziative mirati all’attrazione di investimenti nel settore”.

In ogni caso, Marsiaj conclude che Confindustria è ”pienamente disponibile a supportare il Governo nelle sue iniziative per l’aerospazio e rimaniamo a disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti’’.

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