SAT DIRECT TO DEVICE

Le costellazioni D2D prendono il via ma bisognerà “scalare”



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Secondo Analysys Mason serviranno migliaia di satelliti aggiuntivi nelle orbite Leo e Vleo per stabilire e mantenere una connettività continua su un ampio intervallo di latitudine e garantire il segnale ai device

Pubblicato il 22 nov 2024



Analysys Mason

Le costellazioni direct-to-device (D2D) in fase iniziale sono lanciate in orbita terrestre bassa (Leo – Low Earth orbit) e in orbita terrestre molto bassa (Vleo – Very low Earth orbit) e il settore muove i primi passi nella costruzione di un servizio globale.

Secondo un report di Analysys Mason, gli annunci di SpaceX sulla sua costellazione direct-to-cell (Dtc) e il lancio da parte di Ast SpaceMobile dei suoi primi cinque satelliti di produzione rappresentano un significativo passo avanti.

Tuttavia, evidenzia Christopher Baugh, partner di Analysys Mason, “i dati sulle prestazioni della costellazione SpaceX e la copertura fortemente limitata di Ast evidenziano che è necessaria una scala significativamente maggiore per gestire le migliaia di satelliti Leo o Vleo necessari per la connettività continua”.

Uragano Milton e il test di emergenza

La connettività è stata messa alla prova di recente durante la stagione degli uragani negli Stati Uniti. Pochi giorni prima che l’uragano Milton colpisse la Florida, la Federal Communications Commission (Fcc) degli Stati Uniti ha approvato l’invio di Sms tramite i satelliti Starlink Dtc nelle aree precedentemente colpite dall’uragano Helene e dove sarebbe passato l’uragano Milton.

I clienti T-Mobile nelle aree colpite da entrambi gli uragani hanno inviato avvisi di emergenza e messaggi Sms tramite i satelliti Starlink con funzionalità D2D senza alcun costo.

La richiesta di SpaceX

L’approvazione temporanea della Fcc è arrivata nel mezzo di un acceso dibattito sulla richiesta di SpaceX di allentare le regole legate alle emissioni fuori banda. La società di Elon Musk ha chiesto all’authority delle comunicazioni di consentirle di utilizzare i satelliti Gen2 Dtc ad altitudini Vleo, in particolare tra 340 km e 360 ​​km. Non è ancora chiaro se la Fcc abbia autorizzato tale modifica, ma le osservazioni giornaliere utilizzando il Non-Geo Constellations Analysis Toolkit versione 5.0 di Analysys Mason confermano che tutti i satelliti Starlink Dtc/D2D orbitano ad altitudini Vleo.

Futura crescita della Vleo

Finora Vleo è stato meno popolare di Leo a causa della resistenza atmosferica e alla presenza di ossigeno atomico che degrada i materiali e riduce la durata dei satelliti in orbita. Ma “minore è l’altitudine, maggiore è il numero di satelliti necessari per una copertura continua, quindi la combinazione di più satelliti con durata breve può essere un fattore decisivo per il business case”, osserva ancora Baugh.

Tuttavia, “SpaceX ha affermato nella sua richiesta di modifica che i risultati dei test sui satelliti D2D ad altitudini Vleo erano migliori del previsto e che il costo di cicli di sostituzione più rapidi sarebbe stato un onere che l’azienda sarebbe stata in grado di gestire”.

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