Il futuro dell’Europa si gioca nella corsa allo Spazio. Perché ciò che si fa in orbita, poi ricade sulla Terra come innovazione, competitività, sostenibilità e sicurezza. E nelle 131 pagine dello Staff Working Document (Swd), il policy paper (scaricalo qui) pubblicato dalla Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio (Dg Defis) della Commissione europea, sono sintetizzati i risultati ottenuti e sono disegnate le strategie future per sfruttare pienamente la forza e le opportunità del programma spaziale Ue 2021-2027. Perché, in linea con le raccomandazioni della Corte dei conti europea, occorre capitalizzare appieno il potenziale di progetti e programmi spaziali e i grossi investimenti fatti finora da Bruxelles.
Indice degli argomenti
Da Galileo ed Egnos a Copernicus
Questo Staff Working Document fornisce lo stato di avanzamento dell’adozione, coinvolgimento e utilizzo da parte di enti governativi nazionali e regionali, così come del settore industriale, di tre elementi chiave del programma spaziale dell’Ue: Galileo ed Egnos, le componenti di navigazione satellitare, e Copernicus, la componente di osservazione della Terra.
Questo rapporto cerca di identificare e valutare le lacune esistenti e gli ostacoli incontrati, gettando così le basi per lo sviluppo di una strategia globale a sostegno dell’impiego da parte degli utenti dei dati e dei servizi forniti da Galileo, Egnos e Copernicus.
Possibilità di enormi ricavi
Lo Spazio è diventato una componente integrale ed essenziale della nostra vita quotidiana. Non a caso, oggi, l’uso dei dati e dei servizi spaziali va ben oltre le applicazioni tradizionali, svolgendo un ruolo importante in diversi settori. Per esempio: energia, pianificazione urbana, assicurazioni o monitoraggio ambientale. Ecco perché si prevede che il mercato dell’osservazione della Terra crescerà fino a quasi 6 miliardi di euro nel 2033. I ricavi del mercato globale a valle dei sistemi globali di navigazione satellitare (Gnss) dovrebbero crescere dagli attuali 260 miliardi di euro a quasi 600 miliardi di euro nel 2033.
Garantire l’autonomia spaziale
L’Ue è consapevole dell’importanza di garantire, anzitutto, un’autonomia spaziale al Continente per la resilienza climatica e sociale. Sviluppando un settore a valle forte, l’Unione europea punta ad assicurare la continuità delle operazioni in orbita e una maggiore capacità di far fronte alle crisi. Soprattutto alla luce del fatto che attualmente più del 10% dell’economia dell’Ue si basa sui servizi spaziali e che le imprese europee rappresentano il 25% del mercato spaziale a valle.
Transizione digitale e industria europea
Punto numero due: secondo il paper della Dg-Defis, riuscire ad avere un forte settore spaziale a valle è essenziale per il raggiungimento della transizione dell’Ue verso un futuro equo, verde e digitale, e per garantire la sicurezza e la Difesa. E, terzo, le tecnologie spaziali possono contribuire in modo significativo allo sviluppo dell’industria europea. Mentre si prevede che Copernicus genererà da 35 a 131 miliardi di euro di benefici socio-economici entro il 2030, di cui l’84% proveniente dal settore a valle, si prevede che Galileo ed Egnos genereranno benefici socio-economici tra i 60 e i 90 miliardi di euro fino al 2043. Del resto, l’integrazione dei dati spaziali nei processi operativi aiuta le aziende a sviluppare soluzioni competitive e a mantenere la leadership globale.