La mancanza di satelliti software-defined accessibili e facili da produrre, almeno per gli standard dei veicoli spaziali, lascia gli operatori Geo in difficoltà. Le costellazioni Leo, soprattutto quelle integrate verticalmente come Starlink e Kuiper, esercitano un’enorme pressione di mercato sugli operatori consolidati. In termini di costo per bit, la Geo può essere competitiva con la Leo, ma è difficile fare affari quando le risorse sono bloccate nelle fabbriche. È quanto hanno rilevato gli analisti di Quilty Space, società americana leader nella business intelligence per il settore spaziale.
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Il caso Airbus
Emblematico il caso di Airbus. La scorsa settimana, il colosso europeo dell’aerospazio ha annunciato di doversi accollare un onere di 900 milioni di euro per la sua attività di sistemi spaziali. Questo fa seguito a una spesa di 600 milioni di euro di appena quattro mesi prima. Cosa sta succedendo? Airbus costruisce tre tipi di satelliti: comunicazioni, navigazione ed osservazione della Terra. Sebbene tutte e tre le linee di prodotto abbiano problemi, quella delle comunicazioni è la sua pietra angolare, in particolare il programma di satelliti software-defined OneSat.
La tendenza verso una piattaforma più adattabile, riconfigurabile e flessibile come OneSat segna una svolta strategica nel settore, mentre i Geo tradizionali sono messi da parte da Starlink. Proprio l’anno scorso, Viasat, il principale pioniere e sostenitore dei satelliti Geo multi-Tbps, ha cancellato il suo programma Viasat-4. C’è quindi da stupirsi se il software-defined sembra essere la nuova ancora di salvezza di Geo?
Ridurre i costi del 30%
Ricordiamo che, nel 2015, l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l’agenzia spaziale francese Centre National d’Études Spatiales (Cnes) hanno assegnato ad Airbus (OneSat) e Thales Alenia Space (Space Inspire) un finanziamento collettivo di 227 milioni di euro attraverso il programma Artes. I fondi erano destinati a sostenere gli sforzi di sviluppo del carico utile, con l’obiettivo di ridurre i costi di produzione dei satelliti del 30%, mantenendo la quota di mercato commerciale dell’Europa. Si trattava di una spinta significativa per Airbus e Thales Alenia Space, e le cose si stavano mettendo bene. L’Esa e il Cnes hanno puntato al 2019 per il primo lancio.
Dopo un inizio lento, Airbus ha ottenuto il primo ordine di satelliti software-defined nel 2019 (un ordine di tre satelliti da Inmarsat). È seguita una raffica di ordini per entrambi i produttori. Tra il 2018 e il 2022, i satelliti software-defined di Airbus e Thales Alenia Space si sono aggiudicati 11 dei 23 ordini di satelliti.
Tempi di consegna lunghi
Ma, mentre l’Esa e il Cnes hanno raggiunto i target di mercato, l’obiettivo di riduzione dei costi del 30% e la promessa di tempi di consegna rapidi si sono rivelati vani. Il programma OneSat si sta trasformando in una zavorra da un miliardo di euro per Airbus e anche Thales Alenia Space sta mostrando segni di sofferenza dopo aver annunciato a marzo un licenziamento del 15% per la divisione spaziale.
Ancora più preoccupante per l’industria, il tempo da ordine a orbita per Airbus si sta spingendo a nove anni, ovvero il triplo del tempo medio di tre anni per la consegna di un modello Geo di produzione.