Deviare il traffico internet dai cavi sottomarini ai sistemi satellitari in caso di sabotaggio o di disastro naturale. È quanto sta sviluppando un team di ricercatori di Stati Uniti, Islanda, Svezia e Svizzera. Questo progetto è finanziato dalla Nato. L’obiettivo è di garantire le comunicazioni Internet civili e militari anche in caso i cavi sottomarini siano attaccati.
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2,5 milioni di costi
Il North Atlantic Treaty Organisation’s Science for Peace and Security Programme ha approvato una sovvenzione di 433mila dollari per un progetto dal costo complessivo di 2,5 milioni di dollari. Eyup Kuntay Turmus, consigliere e responsabile del programma Nato, ha confermato che il progetto è stato approvato e che la sua attuazione comincerà presto. Anche perché aumentano i timori che Russia o Cina possano minare, tagliare o manomettere i cavi sottomarini nel tentativo di interrompere le comunicazioni con gravi danni militari ed economici. Di conseguenza, negli ultimi mesi la Nato ha intensificato gli sforzi per proteggere questi cavi.
Backup automatico nello Spazio
Hans Liwång, professore di sistemi di difesa alla Swedish Defence University e uno dei due codirettori del progetto, ha spiegato si tratta di sviluppare un sistema di backup automatico nello Spazio, considerate le crescenti minacce alle infrastrutture sottomarine di comunicazione.
Il professore ha sottolineato che i rischi vanno dalla rottura involontaria dei cavi a causa di ancore che si trascinano sul fondo del mare al sabotaggio, compreso quello che Stoccolma ha dichiarato essere un danneggiamento “intenzionale”, avvenuto lo scorso ottobre, di un cavo sottomarino nel mar Baltico che collega Estonia e Svezia.