L’Italia è in prima fila per realizzare un osservatorio scientifico polifunzionale sulla Luna. È questo uno dei progetti a cui lavora il nostro Paese in vista dei tanti programmi pensati per riportare gli astronauti sul nostro satellite, questa volta in modo stabile.
Indice degli argomenti
Progetto Earth Moon Mars
Il progetto Earth Moon Mars presentato in occasione del New Space Economy European Expoforum a Roma, punta anche a realizzare una nuova rete di collegamenti tra la Terra, usando in particolare il Sardinia Radio Telescope, con la Luna e infine Marte.
“Nell’ambito del grande sforzo in atto di esplorazione della Luna e di Marte ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un’infrastruttura di collegamento per scopi scientifici che ci permetta anche di realizzare un osservatorio polifunzionale sulla Luna”, ha detto Immacolata Donnarumma dell’Asi (Agenzia spaziale italiana).
Lo studio dell’universo
Il progetto vede come capofila l’Istituto nazionale di astrofisica, con la partecipazione dell’Asi e del Consiglio nazionale delle ricerche e nasce con fondi Pnrr per favorire l’uso della Luna come luogo privilegiato per studiare l’universo e anche per facilitare i programmi di esplorazione umana, sia del nostro satellite che più avanti di Marte.
“La Luna offre condizioni ottimali per studiare fenomeni di grande interesse come gli eventi associati alla generazione delle onde gravitazionali oppure per lo studio del nostro pianeta”, ha aggiunto Donnarumma.
Prima tappa dell’ambizioso obiettivo è realizzare sulla Terra entro il 2025 le condizioni necessarie per garantire i collegamenti, aggiornare dunque il grande radiotelescopio Sardinia Radio Telescope rendendolo adatto anche alle comunicazioni, e tutta una serie di strumentazioni complementari.
Infrastruttura scientifica lunare
“Parallelamente lavoriamo allo studio di fattibilità di realizzare una infrastruttura scientifica lunare – ha detto Donnarumma -. È ancora presto definire cosa e quando, sicuramente dovremmo raggiungere dei compromessi e non è ipotizzabile realizzare sin dall’inizio un centro scientifico particolarmente articolato, l’importante è fare il primo passo. Il più difficile, ossia avere e connettere un primo strumento scientifico”.
Il progetto Oracle
Intanto, va avanti l’ambizioso obiettivo di Oracle, il progetto dell’Asi, per estrarre ossigeno dalla polvere lunare, la regolite. L’Agenzia ha ora avviato la ricerca di partner industriali in una delle operazioni fondamentali per le future basi lunari popolate da astronauti. “Estrarre risorse direttamente in situ, in questo caso ossigeno sulla Luna, è uno dei punti fondamentali per pensare di implementare nel concreto la possibilità di realizzare dei veri e propri avamposti sulla Luna in cui far permanere umani per alcuni giorni”, ha detto Raffaele Mugnuolo, capo dell’unità esplorazione, infrastrutture orbitanti e satelliti scientifici dell’Asi.
Il ruolo del Politecnico di Milano
L’idea di Oracle, acronimo di Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment, è nata da ricercatori del Politecnico di Milano, e consiste nello sviluppo di un dispositivo che, con una serie di reazioni chimiche, è in grado di estrarre l’ossigeno dalla regolite lunare, lo strato di polveri che riveste buona parte del nostro Satellite.
Budget da 11 milioni
Il prossimo passo sarà sperimentare il dispositivo sulla Luna e per questo l’Asi ha avviato un’indagine di mercato per identificare i soggetti industriali che possano realizzare il dimostratore, il tutto con un budget non superiore a 11 milioni di euro e una durata massima di 48 mesi.
Il dispositivo dovrà poi essere portato fisicamente sulla Luna, “ma ovviamente non abbiamo la capacità, né come Italia né come Europa, di farlo ma in questi anni sono nati dei fornitori di servizio capaci di farlo”, ha osservato Mugnolo. L’obiettivo è completare sviluppo e realizzazione di Oracle entro il 2028 e poi lanciarlo sulla Luna.