Tra spazio e telecomunicazioni si va verso una “completa integrazione anche alla luce dello sviluppo di mega-costellazioni in orbita bassa attraverso le quali si combineranno i sistemi terrestri mobili e satellitari”. Tuttavia, c’è da fare attenzione: visto che le costellazioni sono in mano soprattutto a big privati, c’è il “rischio che si crei una situazione di carattere monopolistico, con effetti negativi per i singoli Stati riguardo all’autonomia“.
A tracciare le prospettive dell’economia dello spazio, guardata sotto l’ottica del connubio con le tlc e le nuove tecnologie, è Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale italiana (Asi).
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Cooperazione e competizione
Quanto all’intelligenza artificiale che può essere uno strumento “formidabile” per la cernita di dati e immagini già a bordo, la regolazione, dice Valente, dev’essere il più condivisa possibile, “altrimenti non è affidabile”. Riguardo, invece, la cooperazione e la competizione nel settore spaziale, il nostro Paese ha “l’assoluta necessità di lavorare nell’ambito del contesto europeo e contestualmente sviluppare relazioni bilaterali extra Esa, non solo con gli Usa ma anche con altri Paesi come India, Giappone, Paesi dell’Africa come il Kenya dove abbiamo base di Malindi”. Ci sono più di 40 accordi bilaterali, ma si conta di sottoscriverne di più.
Superare il divario digitale
“Il vantaggio principale del connubio tra tlc e spazio – continua il presidente dell’Asi – è nella capacità di raggiungere anche territori a bassa domanda di copertura dove l’investimento degli operatori non sarebbe altrimenti economicamente vantaggioso e sostenibile. Al contempo, stiamo vivendo una sorta di trasformazione significativa del settore con lo sviluppo di mega-costellazioni satellitari in orbita bassa che permetteranno una vera integrazione tra sistemi terrestri mobili e satellitari. Penso anche all’uso del 5G e del 6G che dovrebbe consentire di ridurre i costi per gli utenti, rendendoli paragonabili a quelli per la telefonia cellulare”.