IL VERTICE DEI MINISTRI

Detriti spaziali, il Consiglio Ue: “Serve politica europea”

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Necessario rafforzare il ruolo dell’Unione Europea come punto di riferimento nell’industria spaziale, anche per quanto riguarda le questioni ambientali e dell’inquinamento. Dall’inizio della “corsa” allo Spazio in orbita 15.700 satelliti, 8.300 quelli operativi

Pubblicato il 06 Nov 2023

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Serve una politica europea sui detriti nello Spazio poiché sono in costante aumento. È l’appello lanciato dalla presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue. Una questione scottante sia per la sicurezza, sia per la sostenibilità in orbita affrontata dal vertice informale dei 27 ministri responsabili per la competitività di Siviglia. È necessario “compiere ulteriori progressi nella realizzazione di una politica europea” nel settore spaziale e per “specificare e rafforzare” il ruolo dell’Unione europea come punto di riferimento nell’industria del settore, anche per quanto riguarda le questioni ambientali e di inquinamento. 

“Il numero di satelliti e la quantità di detriti nello spazio sono in costante aumento, congestionando lo spazio e mettendo a rischio la sicurezza dei beni spaziali dell’Ue e dei suoi Stati membri”, si legge in una nota della presidenza spagnola. 

In orbita 15.700 satelliti

L’Unione europea è alla ricerca di un approccio comune per la gestione del traffico spaziale, facendo sì che “le attività spaziali siano sicure e sostenibili”. Il Consiglio dell’Ue ricorda inoltre che “dall’inizio della corsa allo Spazio, circa 6.400 lanci hanno messo in orbita 15.700 satelliti, di cui 8.300 sono attualmente operativi“. 

Uso sostenibile dello Spazio

Lo scorso 23 maggio, Consiglio dell’Ue ha adottato le conclusioni “Uso equo e sostenibile dello Spazio”, che includono un invito per un approccio europeo alla gestione del traffico spaziale, in un momento in cui le orbite sono sempre più congestionate da oggetti spaziali. Secondo il documento, “lo Spazio è un bene comune universale che dovrebbe essere aperto all’esplorazione e all’uso da parte di tutti gli Stati”. 

Inoltre Stati membri e Commissione europea sono invitati dai 27 governi a “continuare ad attuare le 21 linee-guida volontarie per la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali esterne adottate dalle Nazioni unite”, specifica la nota del Consiglio.

Dialogo con Esa e Celac

Nel corso della riunione, i ministri europei si sono confrontati anche con i vertici dell’Agenzia spaziale europea (Esa), che attualmente è presieduta dalla Germania e di cui fanno parte 17 dei 27 Paesi che compongono l’Ue. Cruciali anche i colloqui tra i ministri dell’Ue e quelli della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac) per nuove forme di cooperazione in campo spaziale. 

Per la presidenza spagnola del Consiglio, lo scopo è quello di instaurare un dialogo ad alto livello tra l’Europa e i Paesi della Celac per rafforzare il partenariato strategico spaziale e come affrontare le principali sfide, oltre a stabilire i programmi, gli strumenti e le forme di finanziamento per raggiungere questi obiettivi.

Siviglia sede dell’Agenzia spaziale spagnola

La scelta di tenere questa riunione a Siviglia non è casuale. Infatti la città dell’Andalusia sarà la sede dell’Agenzia spaziale spagnola (Aee) che, secondo il Ministero della Scienza e dell’Innovazione, dovrà unificare tutte le politiche spaziali del Paese e coordinare efficacemente i servizi e le attività del settore per garantire l’azione strategica del Governo spagnolo in relazione allo Spazio.

L’Agenzia spaziale spagnola, che inizierà la sua attività nel 2023, ha un budget iniziale di oltre 700 milioni di euro per quest’anno e impiegherà 75 persone altamente qualificate e con un forte background professionale.

Uniti contro il cambiamento climatico

Intanto, l’Esa e la Commissione europea uniscono le forze per accelerare l’uso dei satelliti di osservazione della Terra e delle informazioni che essi forniscono per affrontare la sfida pressante del cambiamento climatico.

L’Esa e la direzione generale per il Climate Action (Clima) della Commissione stanno cogliendo l’opportunità di sfruttare le loro competenze e risorse congiunte per realizzare un cambiamento trasformativo, non da ultimo nel contesto del programma spaziale Copernicus dell’Ue e dell’acceleratore dell’Esa “Space for a Green Future”.

A tal fine, l’Esa e il Clima stanno rafforzando la loro cooperazione lavorando insieme ed esaminando maggiori opportunità di utilizzare soluzioni spaziali per la mitigazione e l’adattamento al clima. 

Ciò include, per esempio, l’esplorazione di migliori soluzioni per il monitoraggio, la rendicontazione e la verifica delle emissioni di gas serra, la deforestazione, l’individuazione di fughe di metano, l’identificazione di legislazioni specifiche che potrebbero trarre beneficio dai dati dell’osservazione della Terra e l’aiuto nell’identificazione dei siti per gli impianti di energia rinnovabile.

Il ruolo dell’osservazione della Terra

Il direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher, spiega che “la crisi climatica è alle porte e dobbiamo agire rapidamente e insieme per il bene dell’Europa e del mondo intero”.

Dal canto suo, il direttore generale della Commissione europea per il Climate Action, Kurt Vandenberghe, aggiunge: “Lo Spazio, e in particolare l’osservazione della Terra, offre una prospettiva unica su come affrontare le sfide climatiche dell’umanità. Le tecnologie spaziali sono fondamentali per raggiungere la neutralità climatica e la resilienza climatica entro il 2050”.

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