Sono oltre 30 le manifestazioni di interesse pervenute per l’acquisto delle attività di Virgin Orbit. Lo ha annunciato la stessa azienda di lanci di Richard Branson in un comunicato senza dare ulteriori precisazioni se fra di esse ve ne sia almeno uno che riguardi l’acquisizione dell’intera società.
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Collettori di raccolta
Come stabilito dall’ordinanza del giudice fallimentare del tribunale del distretto del Delaware che sta curando l’esercizio provvisorio, secondo quanto previsto dal Chapter 11 della società di Long Beach, le manifestazioni di interesse dovevano arrivare entro il 4 maggio direttamente presso gli studi Alvarez & Marsal e Ducera Partners, che erano stati incaricati di reperire nuovi investitori prima del fallimento dalla stessa Virgin Orbit.
L’auspicio del management
“Sono felice della quantità e la qualità delle manifestazioni di interesse che abbiamo ricevuto e crediamo che questo rifletta le idee innovative e il duro lavoro che il team ha messo nello sviluppo di questo sistema unico. Auspico che si possa continuare a lavorare con coloro che hanno espresso interesse e con le altre parti quando ci avvicineremo alla scadenza finale per le offerte” ha commentato il ceo di Virgin Orbit, Dan Hart.
Niente è ancora sicuro
La nota diramata dalla società di lanci californiana precisa che l’offerta finale non assicurerà il mantenimento del business nella sua interezza né dei livelli occupazionali, ma assicura che “il team di Virgin Orbit sta procedendo con l’integrazione finale del razzo per il prossimo lancio, al momento pianificato per la fine di quest’anno” ribadendo quanto già affermato in precedenza, sia pubblicamente sia di fronte al tribunale fallimentare del Delaware.
Tutelare l’integrità
Proprio il patrimonio rappresentato dal portafoglio clienti è uno degli asset fondamentali che Virgin Orbit ha messo sul piatto per chiedere di continuare ad operare con 100 dei 775 dipendenti e assicurare l’operatività sufficiente ad osservare le scadenze previste con i committenti. La questione è vedere se tra le oltre 30 offerte non vincolanti pervenute ve ne sia almeno una che riguarda l’intera azienda e non solo parti di essa. E che questa offerta sia formalizzata entro il 15 maggio.
Rischio spezzatino
Il pericolo è che, qualora vi siano proposte effettive che riguardano solo cespiti specifici della società, Virgin Orbit nella sua interezza perda irrimediabilmente il suo valore e la sua integrità operativa. Un esempio di questo rischio è che, qualora vi fosse qualcuno che faccia una buona offerta per il Boeing 747 modificato per accogliere sotto l’ala il razzo LauncherOne, quel che rimane si trasformi in uno spezzatino utile solo per fare cassa necessaria ad indennizzare i creditori e chiudere bottega.
Entro la fine di maggio
Il calendario, oltre alla già citata scadenza del 15 maggio, prevede un’asta per il 18 maggio, qualora le offerte formalizzate fossero più di una, e un’audizione per il 24 maggio. Dopodiché il giudice fallimentare del Delaware prenderà la proprie decisioni e si conoscerà il destino della Virgin Orbit.