ClearSpace ha ottenuto la Key Performance Gate 1 dall’Esa – ovvero la valutazione prototipale che precede la realizzazione dell’esemplare definitivo – che è stata compiuta presso l’Estic (European Space Research and Technology Centre) di Noordwijk in Olanda. Dunque si avvicina il momento in cui partirà la prima missione europea di pulizia dello spazio con la rimozione della parte superiore di un Vespa (Vega Secondary Payload Adapter), un adattatore secondario che ha una massa di 112 kg e dal lancio del 2013 è sceso da 800 km a 660 km di altitudine.
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Investimento da 117 milioni di dollari
È la conferma che la tecnologia sviluppata da ClearSpace è valida e che l’Agenzia Spaziale ha trovato le conferme che si aspettava dal proprio investimento di 117 milioni di dollari nell’azienda svizzera. Il ClearSpace-1 è una sorta di ragno robot con quattro braccia articolate che dovrebbe partire nel 2026 e, dopo aver raggiunto il Vespa, dovrebbe catturarlo e guidarlo verso l’atmosfera lungo una traiettoria che ne favorirà la combustione e la disintegrazione.
La strategia contro i detriti
Si tratta di un progetto pilota fondamentale per la strategia di Esa che punta a sviluppare tecnologie che rendano lo spazio più sicuro e sostenibile affrontando quello che è il problema principale per lo sviluppo futuro della space economy: la localizzazione dei detriti e la loro rimozione. Nel suo Space Debris Environement Report, l’Esa sottolinea fortemente che è necessario ripulire attivamente lo spazio dai detriti cominciando da quelli per più grandi per arginarne la crescita esponenziale.
L’Asi in prima linea
ClearSpace-1 fa parte insieme a Ios/Adrios del progetto Adrios che fa capo al programma Safety Space del’Esa. Per Adrios l’Agenzia Spaziale Italiana è il primo contributore con 60 milioni di euro sui 167 in totale, cifra deliberata in occasione dell’ultima riunione ministeriale che si è tenuta lo scorso novembre. ClearSpace inoltre si è recentemente rafforzata finanziariamente grazia ad un giro di raccolta per 26,7 miliardi di dollari che ne potenzieranno le attività di ricerca e sviluppo.
Il progetto parallelo con Uksa
ClearSpace è anche partner principale dell’agenzia spaziale britannica (Uksa) per il progetto Clear che ha finalità analoghe all’Adrios dell’Esa. “Insieme con team industriale europeo e la stretta collaborazione con l’Esa, sia stati in grado di raggiungere questa importante pietra miliare in un modo economicamente e tecnologicamente sano“. ha affermato Muriel Richard-Noca, chief technology officer di ClearSpace.
Il costo dell’inazione
Anche l’altro cofondatore dell’azienda svizzera, Luc Piguet, aggiunge che questo risultato “ci mette in corsa per diventare una delle aziende di riferimento per l’In-Orbit Servicing ed è anche un grande passo verso la risoluzione del problema dei detriti spaziali. I detriti rappresentano una minaccia crescente per i servizi satellitari dai quali tutti dipendiamo, inclusi quelli che riguardano i cambiamenti climatici, le previsioni meteorologiche, le comunicazioni e la sperimentazione scientifica. Il costo dell’inazione può solo crescere”.