Gli operatori di lancio commerciali cinesi raddoppieranno le loro missioni nel 2023 rispetto allo scorso anno superando le 18 effettuate dall’intero settore in Cina nel 2017. Nel 2022 infatti l’agenzia spaziale statale China Aerospace Science and Technology Corporation (Casc) ha effettuato 54 lanci ai quali si aggiungono i 10 effettuati da società commerciali mentre per l’anno in corso sono state annunciate rispettivamente 60 e almeno 20 missioni che farebbero crescere il numero complessivo ad 80.
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Il 25% di lanci in più
Un aumento del 25% dei lanci complessivo creato da un +9% da parte dell’agenzia spaziale cinese e dal raddoppio di quelli di società commerciali nate dopo il 2014 quando il governo cinese, prendendo esempio da quanto stava accadendo negli Usa, ha aperto il mercato spaziale a capitali privati con l’obiettivo di creare una space economy in grado di esercitare un ruolo organico alla strategia di rafforzamento tecnologico e militare del paese.
Obiettivo: i satelliti in Leo
Secondo gli esperti, così come nel resto del mondo, l’industria commerciale dei vettori continuerà a crescere a ritmi superiori a quelli dell’industria governativa, seguendo dinamiche già osservate in altri paesi. La spinta arriva infatti dalla necessità di implementare costellazioni di satelliti per telecomunicazioni in orbita bassa come GalaxySpace, Changguang, Guodian Gaoke, MinoSpace e altre ancora destinate ad entrare nel segmento di Internet satellitare a banda larga.
Il Ceres-1 di Galactic Energy
La compagnia di vettori privata più avanti nei propri programmi è la Galactic Energy che ha già messo a segno cinque successi su altrettanti lanci con il proprio Ceres-1 (nella foto), l’ultimo a gennaio che è il primo degli 8-10 previsti per il 2023. Uno o due di questi sarà fatto da una piattaforma galleggiante nel Mar Giallo. Il Ceres-1 è alto 20 metri, ha un diametro di 1,4 metri e una massa massima al lancio di 33 tonnellate.
Verso il propellente liquido
Lo stadio superiore è a carburante liquido e può portare fino a 400 kg in orbita bassa o 300 kg in orbita sincrona a 500 km di altitudine. In preparazione per il 2024 c’è anche il più grande Pallas-1 che sarà riutilizzabile, funzionerà a kerosene e ossigeno liquido e sarà capace di portare payload per un massa di 5000 kg in orbita bassa o 3000 kg in orbita geosincrona a 700 km di altitudine.
Il carburante ecosostenibile
La prima azienda di lanci commerciale cinese a mandare in orbita un payload con un veicolo di lancio a propellente liquido – anche in questo caso una miscela di kerosene e ossigeno – dovrebbe però essere la Space Pioneer (marchio commerciale della Beijing Tianbing Technology Co., Ltd) con il suo Tianlong-2 la cui prima missione è prevista per il primo quadrimestre dell’anno in corso da Jiuquan. Inizialmente era stato annunciato l’utilizzo di un carburante liquido ecosostenibile di nuova generazione a temperatura ambiente, ma al momento non si sa se e quando sarà impiegato.
In campo anche la Casic
Expace opera con razzi Kuaizhou a propellente solido forniti dalla Casic, azienda governativa specializzata in Difesa. In programma ci sono 7 lanci con il Kuaizhou-1A e il più grande Kuaizhou-11 che, prima di raggiungere la necessaria affidabilità, hanno fallito diverse missioni. Ha alle spalle un solo tentativo, fallito per giunta, lo Zhuque-2 a metano della Landspace, che in dicembre ha perso il proprio payload a causa di un guasto al motore di correzione del secondo stadio. Per questo non dovrebbe usarli per la prossima missione.
Tra fallimenti e successi
È andata anche peggio alla iSpace che, dopo essere stata la prima compagnia di lancio commerciale cinese ad aver inviato un satellite in orbita nel 2019, ha collezionato tre fallimenti consecutivi con il suo razzo Hyperbola-1 a propellente solido. La iSpace sta ora studiando l’Hyperbola-2, razzo riutilizzabile a lancio e decollo verticali con propellente liquido (metano ed ossigeno).
Il razzo “solido” più grande al mondo
La Orienspace punta invece al suo primo lancio nella seconda metà del 2023. Il suo Gravity-1 sarà capace di portare payload per 6,5 tonnellate in orbita bassa diventando così il razzo più grande al mondo a propellente solido. In programma ci sono 10 lanci nel biennio 2024-2025 e seguiranno altri lanci. Altra start-up è la RocketPi che ha in sviluppo il suo razzo Darwin-1 a propellente liquido il cui primo lancio è previsto nel corso dell’anno, ma non si sa quando.
Emanazioni della Casc
Tra le nuove compagnie di lancio commerciali ce ne sono anche due che fanno riferimento alla Casc. La prima è lo spin-off Cas Space (conosciuta anche come Zhongke Aerospace) con il suo PR-1 a propellente solido per i quali sono previsti tre lanci per il 2023. La seconda è China Rocket che, dopo avere effettuato il primo lancio da una piattaforma marina nel 2022, ha in programma più di una missione nei prossimi mesi con il suo Jielong-3.
Impatto sui mercati? Minimo
Quale impatto avrà tutta questa nuova offerta di lanciatori sul mercato globale? Minima, se non nulla secondo il director of private sector programs presso la Secure World Foundation, Ian Christensen interpellato da SpaceNews.com. “Non mi aspetto che i lanciatori commerciali cinesi abbiano un effetto ampio sul mercato del lancio dei satelliti nel corto e medio termine. Secondo me, puntano primariamente ai mercati o clienti domestici”. Cruciale sarà il grado di successo di queste missioni private mentre determinanti saranno le limitazioni all’esportazione che vietano l’esportazione dei satelliti verso la Cina.
Il problema della sicurezza
Impatto globale avrà invece il maggior traffico creato da tutti questi lanci e dal conseguente aumento di satelliti in bassa orbita. Una situazione la cui complessità è già oggetto di grande attenzione e che impone “una maggiore enfasi sulla necessità di condividere i dati di sicurezza spaziale e di canali di coordinamento per gli operatori satellitari tra gli Stati Uniti e la Cina”. Come è noto, la questione della Ssa (Space Situational Awareness) è già oggetto di confronto tra le due superpotenze spaziali con Washington che, attraverso il vicepresidente Kamala Harris, ha avviato un processo di rivisitazione del quadro normativo che superi l’Outer Space Treaty che risale al 1967.