Italia e Serbia hanno firmato un accordo tecnico (technical arrangement) che riguarda la cooperazione nel campo degli armamenti e dell’industria della Difesa in occasione di un incontro bilaterale e che fa seguito all’accordo sottoscritto il 16 dicembre 2013 a Belgrado tra i rispettivi governi.
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Firma nella sede di Segredifesa
Il technical arrangement è stato firmato dal segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti, il generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, con il suo omologo serbo, Nenad Miloradavic, vice ministro della Difesa e responsabile per il settore Risorse Materiali. L’intesa è stata apposta presso la sede del Segretariato Generale della Difesa (Segredifesa), a Palazzo Guidoni.
La prima da 10 anni
La bilaterale è la prima tra le due nazioni da quasi 10 anni e la firma del technical arrangement è avvenuta alla presenza delle rispettive delegazioni, preceduta da una presentazione di alcuni dei migliori programmi dell’industria della Difesa dal punto di vista tecnologico. Al centro dell’incontro, il tema della centralità del quadrante balcanico per la stabilità e gli equilibri geopolitici e la necessità, a questo scopo, di rafforzare i rapporti tra Italia e Serbia.
La stabilità nei Balcani
Il generale Portolano, dopo aver portato i saluti del ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è soffermato proprio su questo punto auspicando che i rapporti tra Roma e Belgrado possano consolidarsi, soprattutto considerando il quadro internazionale che vede la Serbia come tradizionale alleato della Russia e, allo stesso tempo, alle prese con nuove tensioni in Kosovo che riguardano la minoranza etnica serba.
Possibili programmi comuni
Il Segretario Generale ha affermato che la fornitura di sistemi alla Serbia è una delle priorità della Difesa italiana mentre Milarodovic ha dichiarato come il suo paese sia determinato a riprendere e approfondire i rapporti con l’Italia valutando anche eventuali programmi di interesse comune. Le due parti hanno parlato anche di aerospazio e sicurezza nazionale riservandosi di sviluppare in futuro programmi comuni attraverso lo strumento del Government-to-Government (G2G).