L'ANNUNCIO

Starlink, 100 satelliti attivi in Iran. Musk: “Impegno contro la censura”

Condividi questo articolo

Su Twitter, il numero uno di SpaceX conferma l’impiego della sua costellazione per promuovere la libera circolazione delle informazioni contro i divieti degli ayatollah. Già a settembre, il miliardario aveva già svelato l’intenzione di attivare il servizio garantire l’accesso a Rete e social ai manifestanti

Pubblicato il 27 Dic 2022

Elon Musk, numero uno di SpaceX, scende in campo nelle proteste iraniane e si schiera a fianco dei manifestanti. Il miliardario di origini sudafricane su Twitter, social network di cui è proprietario, ha scritto che “sono circa 100 i satelliti Starlink attivi in Iran”, grazie al servizio di Internet satellitare le comunicazioni sono più facili e si riesce ad aggigare la censura della Rete e dei social imposta dalla Repubblica islamica.

I satelliti contro la censura

È quanto ha affermato lo stesso Musk con un tweet, rispondendo a un follower che, pubblicando un video in cui si mostrano donne iraniane camminare per strada, afferma che ora sembra esservi “più libertà per le donne di scegliere se coprirsi o meno i capelli”. 

La nuova rivelazione affidata a Twitter di Musk sull’impiegato del servizio Internet satellitare della sua azienda in Iran, arriva tre mesi dopo aver twittato che avrebbe attivato il servizio nel paese islamico.

L’attivazione dei satelliti, e in particolare delle stazioni per la ricezione a terra, consentirebbe ai manifestanti di continuare a utilizzare internet e i social media nonostante il divieto imposto dalle autorità di Teheran.

Libertà di accesso a Internet

Già nel settembre scorso, mese di inizio dell’ondata di proteste in Iran, l’amministratore delegato di SpaceX aveva fatto sapere che avrebbe fornito il servizio internet Starlink con l’obiettivo di promuovere la libertà d’accesso a Internet e la libera circolazione delle informazioni.

Il servizio a banda larga satellitare potrebbe aiutare gli iraniani a eludere le restrizioni del governo sull’accesso a Internet e ad alcune piattaforme di social media mentre infuriano le contestazioni in tutto il paese.

La Repubblica islamica è stata travolta dalle proteste scoppiate dopo la morte, a settembre, della 22enne Mahsa Amini in custodia di polizia dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per aver indossato “abiti inadatti”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati