Un consorzio per portare e costruire in Italia l’Einstein Telescope, il nuovo grande osservatorio europeo di onde gravitazionali. Si chiama Etic (Einstein Telescope Infrastructure Consortium) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) ne è il proponente e capofila con un budget di 50 milioni di euro finanziato nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, coordinata dal Ministero dell’Università.
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La miniera di Sos Enattos in Sardegna
L’area individuata per ospitare Einstein è la miniera dismessa di Sos Enattos a Lula, nel nuorese ed Etic si occuperà nei prossimi 30 mesi di sviluppare il piano di fattibilità di uno dei importanti progetti più importanti inclusi dalla roadmap Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructure) e di una delle infrastruttura di ricerca di interesse strategico per l’Europa, in grado di consolidare il ruolo dell’Infn in questo campo.
Consolidare il ruolo dell’Infn
Tale leadership è già testimoniata dal contributo fornito alla realizzazione e alle attività di Virgo, l’interferometro gravitazionale europeo ospitato in Toscana, che fa capo all’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), fondato da Infn e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs), e che fornirà esso stesso pieno sostegno affinché l’Einstein Telescope trovi la sua sede in Italia, come confermato da Marco Pallavicini, vicepresidente dell’Infn e presidente del Council di Ego.
Individuare sito e tecnologie
Etic lavorerà all’individuazione, allo studio e allo sviluppo di tecnologie abilitanti per ET, attraverso la creazione di una rete di laboratori, e il potenziamento o la realizzazione di strutture dedicate nelle università e negli enti di ricerca coinvolti nel progetto. Tra questi le sezioni dell’Infn di Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Padova, Perugia, Pisa, Roma e Roma Tor Vergata, Torino, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e i Laboratori Nazionali del Sud.
Un plotone di università
Gli atenei che partecipano sono invece: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università degli studi di Cagliari, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università degli Studi di Napoli Federico II, Istituto Nazionale di Astrofisica, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Genova, Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, e Università di Pisa.
L’Asi e il rilancio dell’area
Non poteva mancare l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in questo progetto che, qualora fosse finalizzato, darebbe un forte rilancio all’area con l’affidamento di appalti per gestione dei servizi necessari alle attività di ricerca. Solo nei prossimi tre anni si prevede la creazione di 48 posizioni lavorative dedicate a tecnici e tecnologi che, insieme alle altre figure fornite dall’Infn e dagli atenei coinvolti, studieranno i sistemi per l’abbattimento del rumore sismico e di quello termico, soluzioni innovative nel campo della fotonica, dell’ottica e dell’elettronica e infine nuovi materiali per realizzare gli specchi.
Un progetto strategico
“È di fondamentale importanza per il nostro Paese prepararsi al meglio per la sfida scientifica e tecnologica rappresentata dalla realizzazione dell’Einstein Telescope. Per questo Etic è un progetto strategico, perché offre le condizioni e le risorse per condurre le ricerche necessarie allo sviluppo delle nuove tecnologie che serviranno a raggiungere la sensibilità prevista dal nuovo telescopio” ha affermato Michele Punturo, ricercatore della sezione di Perugia dell’Infn e coordinatore scientifico di Etic.