L’Europa vuole essere sempre di più una potenza sovrana e indipendente nel campo dello Spazio così come lo è nell’economia e – si auspica – potrà esserlo anche nella politica e negli equilibri geopolitici mondiali. È quello che due giorni fa ha affermato Geraldine Naja nel corso di un intervento al Space Tech Expo Europe che oggi si chiude a Brema, in Germania.
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Essere forti in tutto
“L’Europa è già una grande potenza spaziale – ha affermato il direttore per Commercialization, Industry and Procurement dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – ma può migliorare ulteriormente nel senso che l’Europa ha forti capacità in ogni settore, ma manca di autonomia e indipendenza in alcune parti”. Il riferimento è evidentemente a settori come l’esplorazione spaziale, una rete di telecomunicazioni satellitare sicura e ad un vero sistema di lancio e trasporto spaziale.
Alla vigilia del consiglio Esa
Tutti temi che stanno emergendo nel momento in cui la Nasa torna sulla Luna, la Cina sta diventando sempre di più potenza spaziale e si stanno consolidando gli effetti geopolitici dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E il tutto, alla vigilia del consiglio interministeriale dell’Esa, in programma per il 22-23 novembre prossimi a Parigi, nel corso del quale saranno discussi approvati programma e budget – si parla di una richiesta di 18,7 miliardi di euro – dell’Esa per il prossimo triennio.
Un’Europa consapevole
Il senso delle parole della Naja è chiaro: le capacità tecnologiche europee per lo Spazio sono quelle di una superpotenza e devono trasformarsi in capacità strategica e politica di peso analogo. È dunque necessario sviluppare l’area commerciale, come hanno già fatto gli Stati Uniti e dotarsi di sorgenti di energia nucleare per le missioni di lunga durata nello Spazio profondo. A questo, va aggiunta una capacità di lancio pienamente autonoma, alludendo probabilmente allo sviluppo di più basi e di lanciatori più potenti di quelli attuali.
Visione strategica
La dirigente dell’Esa, per farsi capire ha fatto un parallelo con l’iniziativa EEE – Electrical, Electronic and Electromagnetic – ovvero il sistema di misure che l’Unione Europea ha messo in campo per stabilire nel tempo una stabile sovranità su materie prime, tecnologie e componenti colmando una serie di debolezze che sono emerse sia con la pandemia sia con lo scoppio del conflitto russo-ucraino.
L’importanza della rete sovrana
Le parole della Naja sono state sottoscritte e rafforzate dall’intervento, avvenuto nello stesso giorno, di Jean-Marc Astorg, direttore della Strategia per l’agenzia spaziale francese (Cnes), il quale si è soffermato sull’importanza delle costellazioni e della connettività sicura in Europa. Qui il riferimento è andato ovviamente alla rete di comunicazione sovrana alla quale l’Esa e la Commissione Europea stanno lavorando da tempo e la cui definizione è sempre più vicina.
Bisogna fare presto
“È importante avere tale sistema, che deve essere disponibile il prima possibile. Ma è importante dal mio punto di vista, dimostrare che il settore pubblico europeo è capace di risolvere i problemi intrinseci nello sviluppo di un sistema di questo tipo” ha affermato Astorg sottolineando che tale aspetto costituisce un fattore strategico fondamentale alla luce degli avvenimenti che hanno portato tutti gli stati a rivedere le loro politiche, a maggior ragione l’Europa che sta vivendo una crisi energetica e politica inaspettata.
Europa, tra consapevolezza e necessità
“Autonomia e sovranità sono già da alcuni anni elementi di riflessione fondamentali dell’Unione Europea. Ma direi che gli sviluppi globali e geopolitici, specialmente lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, gli hanno dato una grande accelerazione” ha dichiarato a SpaceNews.com il ricercatore dell’Espi (European Space Policy Institute), Tomas Hrozensky. “L’Europa sta provando a mandare un messaggio al mondo: che è una delle potenze spaziali mondiali, ma ha il problema reale che attualmente non ha capacità sovrane che normalmente gli sono associate”.